“Terza dose? Ecco quando e chi”. Vaccino Covid, lo spiega Fabrizio Pregliasco

Fabrizio Pregliasco guarda con attenzione alla ripresa del contagio e ipotizza quando e per chi potrebbe essere prevista una terza dose. Il virologo lo ha raccontato a Rotocalco 264 su Cusano Italia Tv da dove ha usato parole di fuoco verso il modello inglese. “Non bisogna fare come Johnson che, in modo improvvido, ha detto dal 19 luglio ‘freedom day’, ma fare in modo che ci siano delle attenzioni in particolare situazioni di assembramento e portare con sé la mascherina un pò come gli occhiali da sole, utilizzandola quando serve”.

E ancora continua Fabrizio Pregliasco. “Sapevamo che questo virus ci avrebbe tenuto compagnia per diverso tempo, ma non pensavo che riprendesse così in fretta a determinare una quota così alta di contagi. Purtroppo le varianti sono all’ordine del giorno di questo tipo di virus e la variante Delta ha queste caratteristiche di maggiore carica virale e di maggiore facilità nell’infettare i più giovani, conseguentemente anche una più ampia diffusione”.


“L’elemento positivo che vedo in Italia – aggiunge Fabrizio Pregaliasco – così come in Inghilterra ed Israele che hanno vaccinato prima di noi, a fronte di un incremento dei contagi si vede solo una piccola quota di casi gravi perché il vaccino evita in modo quasi totale l’insorgenza di malattia grave”. Non sufficiente per non pensare al problema.

Fabrizio Pregliasco, obbligo di vaccino per il personale sanitario

“Credo che si possa pensare di arrivare all’obbligo di vaccino per il personale scolastico così come è stato fatto per i sanitari – spiega Fabrizio Pregliasco -. I docenti sono a rischio in quanto la variante Delta infetta molto i giovani e poi svolgono un servizio essenziale, lo abbiamo visto anche dai risultati degli Invalsi che sono stati pessimi a causa della Didattica a distanza, realizzata in modo emergenziale senza un’adeguata organizzazione”.


Quanto alla terza dose Fabrizio Pregliasco afferma. “Non c’è chiarezza sulla durata della vaccinazione. Oggi si stima una protezione di 9-12 mesi – ha detto Pregliasco – È probabile che sia necessario una dose di richiamo nel 2022, magari soprattutto per i soggetti più fragili e a rischio e magari con un vaccino aggiornato per le nuove varianti. È presumibile che si prediliga il vaccino a mRna”.

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