Giulia Bongiorno contro Beppe Grillo: “Lacrime e disperazione”, la testimonianza sulla ragazza accusata dal comico

Il video di Beppe Grillo che difende il figlio Ciro accusato di aver stuprato insieme con tre amici una ragazza italo-svedese di 19 anni in Costa Smeralda non è solo la penosa arringa di un padre ma anche fango su una giovane donna che racconta di essere stata violentata. “Era consenziente”, “ha denunciato dopo otto giorni… Strano”, “c’è un video e si vede il gruppo che ride”, “sono ragazzi che si stanno divertendo”, “sono in mutande, saltellano col pisello così perché sono quattro cogl***i, non quattro stupratori”. Ma qualcuno ha pensato che magari la ragazza sta dicendo la verità? Riporta il Corriere della Sera che Giulia Bongiorno, l’ex ministro, avvocato che la difende la giovane, parla di “dolore amplificato”, di notte senza sonno, di “lacrime e disperazione”, e dice che “la famiglia della ragazza è totalmente distrutta”.

La Bongiorno rivela che la giovane ha ricevuto moltissime richieste di interviste ma che la sua famiglia ha “scelto il silenzio”. “Quel video è un boomerang”, dice l’avvorcato, “ha ridicolizzato i fatti, un’atipica strategia difensiva: si riduce in briciole un fatto in modo tale che sembri irrilevante. Ora mi aspetto un video in cui si dirà: beh, allora che sono venute a fare in Sardegna? È una strategia che tende a sostituire i ruoli processuali: le ragazze diventano imputate”. Ma, osserva la Bongiorno, “il fascicolo penale è ricco di documenti, foto, video, chat. I fatti da valutare saranno tanti”.

Insomma non sarà Grillo a stabilire chi ha ragione. E l’indagine deve essere stata complessa se la Procura di Tempio Pausania ha chiuso l’inchiesta dopo più di un anno. Nell’accusa si parla di una ragazza “costretta ad avere rapporti sessuali in camera da letto e nel box del bagno”, “afferrata per la testa e costretta a bere mezza bottiglia di vodka”, “costretta ad avere rapporti di gruppo” dagli indagati che hanno potuto contare sulle “sue condizioni di inferiorità fisica e psichica”.

Il 20 novembre 2020 la Procura guidata da Gregorio Capasso ha chiuso le indagini e adesso si deciderà sulla richiesta di rinvio a giudizio per Ciro Grillo e i suoi tre amici della Genova bene: Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. Il video-arringa di Beppe Grillo “lo porterò in procura come prova a carico”, annuncia la Bongiorno a L’aria che tira su La7. “È una prova che documenta una mentalità dell’eufemizzazione, spesso usata dagli uomini per giustificarsi quando sono imputati. Si dice alle vittime: state attente”.

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