Draghi ferma il reddito di cittadinanza. Ecco a chi viene tolto

Uno degli argomenti che sono stati all’ordine del giorno in queste settimane è stato il reddito di cittadinanza ed il suo futuro con Mario Draghi. Sono ventilate molte ipotesi e si è parlato più di una volta di una riforma di quella che a tutti gli effetti la misura più popolare e importante messa in campo dal Governo Conte. Mario Draghi, però, sembra indirizzato verso una vera e propria stretta del reddito di cittadinanza.

Uno degli argomenti che sono stati all’ordine del giorno in queste settimane è stato il reddito di cittadinanza ed il suo futuro con Mario Draghi. Sono ventilate molte ipotesi e si è parlato più di una volta di una riforma di quella che a tutti gli effetti la misura più popolare e importante messa in campo dal Governo Conte. Mario Draghi, però, sembra indirizzato verso una vera e propria stretta del reddito di cittadinanza.

 Il sussidio non sarà più erogato a tempo indeterminato ai beneficiari. Sarà uno strumento di sostegno con una durata massima di 18 mesi. Quanti sono in grado di lavorare, in questo arco di tempo, dovranno trovare necessariamente un’occupazione. Stiamo parlando, ovviamente, delle persone in salute e che possono lavorare. Stiamo assistendo ad una vera e propria rivoluzione, che potrebbe mettere in discussione il sistema di aiuto alle fasce più deboli della nostra popolazione, ma che senza dubbio era necessario rivedere.

Reddito di cittadinanza: massimo 18 mesi!
Brutte notizie per i fannulloni del reddito di cittadinanza. Tra le ipotesi che starebbe vagliando il nuovo esecutivo c’è proprio la rimodulazione dei criteri per assegnare il sussidio, ma soprattutto si pensa di limitarne la durata. L’Inps non provvederà a rinnovare il reddito di cittadinanza dopo i 18 mesi a quanti siano occupabili.

Ossia a quanti possano lavorare. Stando alle regole attuali, invece, il il diciottesimo mese – dopo 30 giorni di sospensione – è possibile presentare una nuova domanda per ottenere il reddito di cittadinanza. Sempre, ovviamente, che persistano le condizioni di bisogno. Il Governo giudato da Mario Draghi vorrebbe stoppare questa possibilità. Andrea Orlando ed i tecnici in forza al Ministero del Lavoro starebbero studiando l’introduzione di un sistema che possa premiare i beneficiari, che hanno trovato un lavoro con dei bonus. In altre parole si premia chi ha voglia di lavorare e si castiga il fannullone di turno.

Il Governo è deciso di andare avanti per questa strada, perché il reddito di cittadinanza si è dimostrato un vero e proprio flop occupazionale. Sono passati ormai due anni dalla sua istituzione ed i centri per l’impiego con gli annessi navigator si sono dimostrati un vero e proprio fallimento. L’Esecutivo vuole evitare che il sussidio diventi una zavorra per lo Stato. Anche perché la crisi economica e la fine del blocco dei licenziamenti potrebbero allargare ancora di più il numero dei beneficiari, che continuano a vivere sulle spalle delle finanze pubbliche.

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