Cacciari senza pietà sul Pd: “Qual è la sciagura da evitare per non suicidarsi del tutto”

Giornata intensa del filosofo Massimo Cacciari intento a infierire sullo stato comatoso del Pd, prima dall’Adnkronos, poi da Radio Cusano Campus. La tesi: “Le dichiarazioni di Zingaretti segnano un punto di svolta irreversibile”, dice riferendosi all’ormai famoso “mi vergogno del Pd”. Un punto di non ritorno. “L’unica cosa da fare dare è dar vita ad un congresso che sia davvero decisivo; in cui le tesi si contrappongano con franchezza e chiarezza cosicché dopo emerga un gruppo dirigente che possa condurre il partito su una linea precisa. Perché altrimenti le parole di Zingaretti si trasformano in un puro e semplice epitaffio. Se capiscono questo bene, ma se fanno finta di niente sono morti“.

Pd, Cacciari al veleno con Enrico Letta

Cosa più facile a dirsi, come ben sa Cacciari che si sgola da anni cercando di farsi intendere. Mentre i dem si scannano in un eterno, irrisolto, congresso interno. Quanto al pressing su Enrico Letta, da anni docente a Sciences Po a Parigi, considerato figura di alto profilo, Cacciari è caustico, spietato. Osserva: “A parte che non vedo stratosferiche altezze da parte di Letta rispetto a Zingaretti. Ma al di là di questo particolare, la verità è che Zingaretti ha posto una drammatica questione: e cioè che secondo lui, segretario del Pd, il partito è assolutamente inadeguato ad affrontare la situazione ben oltre la pandemia e le ultime vicende. Il giudizio di Zingaretti – rimarca Cacciari – riguarda in qualche modo l’intera storia del Partito Democratico”. Insomma, il filosofo fa una diagnosi molto grave.

“Se non vogliono morire…”

“O affrontano la questione: e sia Zingaretti che Letta o pincopallo dicono: ‘abbiamo capito la situazione e ci muoviamo in una ipotesi di completa rifondazione; perché non è questione di nome (può essere Letta o Gentiloni o altri);  oppure dicono: ‘mettiamoci d’accordo, facciamo finta di niente, facciamo un altro bel pastrocchio tra di noi e chi più vivrà più vedrà’”. Questo sarebbe il titolo di coda avverte Cacciari. Perché in quest’ipotesi per lui sciagurata “secondo me il partito è spacciato, anche dal punto di vista elettorale. Perché non capisco chi potrebbe andare a mangiare in un ristorante il cui proprietario esce dicendo che si mangia da schifo”. Esempio molto esplicito.

Se Zingaretti ci ripensasse?

E incide la lapide: “Nicola Zingaretti farebbe bene a stare alla larga dalla segreteria del Partito democratico. Un ripensamento dell’ex segretario per  Massimo Cacciari sarebbe la fine, un suicidio da evitare :  “la sciagura delle sciagure”.

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