Insulti alla Meloni, arriva la solidarietà della sinistra. Da Fico alla Bellanova: «Inaccettabili»

Dopo ore di silenzio finalmente anche gli esponenti del mondo di sinistra cominciano a esprimere solidarietà a Giorgia Meloni per i brutali insulti ricevuti ieri dal professor Gozzini. Così, in una serie di dichiarazioni ufficiali e di commenti indignati per quanto accaduto alla leader di Fratelli d’Italia, anche gli avversari politici ufficializzano  distanza e condanna delle oscenità che hanno trasformato dissenso politico in offese sessiste. Divergenze d’opinioni in ingiurie volgari che nulla hanno a che fare con un dibattito democratico e il confronto civile. Di seguito, allora, riportiamo riassuntivamente le attestazioni di stima e solidarietà di alcuni esponenti politici ascrivibili al M5s a Iv e al Pd. E non possiamo non notare come, tra i vari, manchi ancora la nota di Laura Boldrini. Notoriamente sensibile al tema degli hater e degli strali sessisti troppo spesso lanciati contro una donna.

Le dichiarazioni di condanna della sinistra agli insulti alla Meloni pronunciati da Gozzini

Dagli “Studenti per Draghi”, solidarietà a Giorgia Meloni. Di più: «Piena solidarietà a Giorgia Meloni», arriva in queste ore da Kevin Pimpinella, fondatore del movimento studentesco. Una presa di distanza netta e una vicinanza totale, quella espressa dagli Studenti per Draghi alla leader di Fdi, perché, affermano, «la violenza verbale è vergognosa! Non è questa la formazione che noi studenti vogliamo!».

Anche Roberto Fico respinge al mittente il linguaggio brutale usato contro la leader di Fratelli d’Italia. Un messaggio di dura condanna, dunque, che rivive anche nelle parole del presidente della Camera, Roberto Fico. Il quale, in un tweet dedicato alla deprecabile vicenda, posta: «Gli insulti rivolti a Giorgia Meloni sono intollerabili e inaccettabili. Un linguaggio brutale come quello usato per attaccare la presidente di Fratelli d’Italia va respinto al mittente. A lei va la mia solidarietà».

Anche la collega pentastellata del presidente della Camera, Laura Castelli, si associa al coro delle reprimende intonato contro il Professor Gozzini. E puntando i riflettori sui risvolti aspramente sessisti delle offese pronunciate contro Giorgia Meloni, via social parlamentare eletta con i 5 Stelle asserisce: «Trasformare il dissenso politico in sessismo. È quello che accade sempre quando si vuole attaccare un politico donna. Non mi rassegnerò mai a questa volgarità e a questo modo di offendere e denigrare “l’avversario”. La mia solidarietà a @GiorgiaMeloni».

Insulti alla Meloni: dura condanna e solidarietà dalla Raggi agli esponenti Pd

Dal Campidoglio, Virginia Raggi interviene senza se e senza ma sugli insulti alla Meloni. E in un tweet di ferma condanna per le gravi ingiurie pronunciate dal professor Guzzini, e di partecipazione e vicinanza, rivolte alla numero uno di Fdi, la sindaca di Roma 5S posta: «Solidarietà a Giorgia Meloni per gli insulti che le sono stati rivolti durante una trasmissione radiofonica. La violenza verbale non è tollerabile e va sempre condannata».

Dal fronte di Italia Viva, poi, arrivano anche le parole di Teresa Bellanova. Che bolla come inaccettabili e indicibili gli insulti rivolti a Giorgia Meloni. Tanto che l’ex ministra sul suo profilo Twitter, denuncia e sottolinea: «Mai, mai, mai insultare. Anche la persona con cui non condividi nessuna idea. Anche la persona che più di altre vuoi battere politicamente. Solidarietà a @GiorgiaMeloni per quelle inaccettabili ed indicibili parole a lei rivolte».

Simona Bonafè: «Le parole di Gozzini sono gravi. Dal Pd ferma condanna». Anche il Pd interviene esprimendo solidarietà a Giorgia Meloni. Non si esime dal confronto sul caso, allora, anche Simona Bonafè. La segretaria del Pd toscano, intervenendo “da sinistra” sulla vicenda degli insulti a Giorgia Meloni, afferma convintamente la necessità di una ferma condanna, a prescindere dalla connotazione politica della vittima delle invettive. E dichiara: «Le parole pronunciate da Giovanni Gozzini su Giorgia Meloni sono gravi perché il giudizio sull’operato politico è una cosa. Le offese tutt’altra. E per noi questo vale sempre. Che sia preso di mira un esponente della nostra forza politica, o un altro. Per questo a Giorgia Meloni va la nostra solidarietà»

Andrea Marcucci: «Basta offese gratuite. La differenza di opinioni è soltanto una ricchezza». Parole, quelle della Bonafè, a cui fanno eco quelle del capogruppo Pd a Palazzo Madama, Andrea Marcucci. Che sugli insulti alla presidente di Fdi, ha inequivocabilmente confermato come, anche a sua detta, siano «incommentabili e gravissime le parole che un docente universitario ha rivolto a Giorgia Meloni. Chi usa un linguaggio violento ed offensivo deve avere sempre meno cittadinanza politica, a qualsiasi titolo. Stesso discorso vale sui social. Basta offese gratuite: la differenza di opinioni è soltanto una ricchezza. La mia più totale solidarietà alla leader di Fratelli d’Italia».

Parole di dura condanna istituzionale dalla ministra dell’Università e Ricerca, Cristina Messa

Una presa di distanza istituzionale e sentita quella enunciata dalla ministra dell’Università e Ricerca, Cristina Messa, che parlando del caso con l’Adnkronos, ha anche anticipato la verifica di successivi provvedimenti all’esame. Sugli insulti rivolti alla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, dal professore e docente dell’Università di Siena, Giovanni Gozzini, arriva dunque anche la ferma presa di posizione della neo ministra Messa. La quale, sulla vicenda, ha dichiarato espressamente: «La condanna è maggiore nel caso specifico in cui l’offesa arriva da un docente. Da una figura responsabile della formazione culturale dei più giovani. Per questo sentirò il Rettore di Siena per verificare successivi provvedimenti».

«Sentirò il Rettore di Siena per verificare successivi provvedimenti»

Parole, quelle della ministra Messa, che sottolineano la condanna morale e istituzionale della titolare del dicastero dell’Università e Ricerca, «come donna e come Ministro». Ed è proprio in questa duplice veste che, prosegue la dichiarazione, «esprimo il mio dissenso e la mia condanna a qualsiasi forma di violenza verbale che sia espressa nei confronti di un’altra donna. Qualunque pensiero esprima. Qualsiasi partito rappresenti. E qualsiasi posizione sociale occupi».

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