Piemonte, i “criminali” del PD vogliono trasferire i clandestini della Bosnia in Italia: il centrodestra blocca la follia

Hanno detto no alla possibilità di un aiuto che partisse dal Piemonte destinato alle migliaia di profughi che in Bosnia, al confine con la Croazia, stanno vivendo una emergenza umanitaria come non se ne vedevano da tempo sul territorio dell’Europa. Nessuna mano tesa, dunque. Nessun sostegno, non solo economico ma nemmeno politico. È stata questa la risposta che la maggioranza di centrodestra del consiglio regionale del Piemonte ha dato a migliaia di migranti bocciando un ordine del giorno che era stato presentato dalla consigliera Pd Monica Canalis. “Uno sfregio alla tradizione di solidarietà della Regione”, è stato il commento della consigliera.

Nel documento si chiedeva al consiglio regionale di fare da intermediario con il nuovo governo Draghi chiedendo l’attivazione di corridoi umanitari e anche di sostenere le associazioni di volontariato che in questo periodo stanno dando assistenza e aiuti in particolare al campo profughi di Lipa, andato a fuoco a dicembre, dove si verificano sistematiche violazioni dei diritti umani. Ma è arrivato un secco no. “E pensare che quel documento era già stato il frutto di una mediazione – continua l’esponente dem – Io avrei voluto chiedere che dal Piemonte partisse la richiesta di accogliere tutte queste persone, che nel complesso sono poche migliaia e che quindi potevano essere perfettamente assorbite nel continente europeo. Invece ho chiesto che il Piemonte si facesse portatore di un’istanza per avviare corridoi umanitari che riguardano piccoli gruppi di persone vulnerabili. Ma anche a questo è stato detto di no. Evidentemente l’europeismo della destra e della Lega vale solo per il governo Draghi”. E anche nel passaggio dell’ordine del giorno in cui si chiedeva alla Regione di sostenere le associazioni di volontari, quello che si chiedeva era un sostegno istituzionale, prima ancora che economico: “Senza stanziare fondi, aiti arrivano anche da convenzioni con aziende per fornire materiale o dando supporto logistico ai volontari che, per esempio, stanno raccogliendo sacchi a pelo e indumenti”, continua Canalis.

Ma la risposta di tutto il centrodestra è stata compatta: “Queste proposte non si sposano con la nostra posizione politica – spiega l’assessore Maurizio Marrone (FdI), che ha deleghe anche all’emigrazione e alla cooperazione internazionale – La nostra idea è di aiutare i migranti nei loro paesi d’origine anziché sostenere migrazioni di massa che non sono una soluzione né per chi si avventura in questi viaggi né per i Paesi europei che non possono accogliere questi flussi di persone. La Regione in questo periodo ha stanziato parecchi fondi per fornire aiuti per esempio in Africa e in Siria”.

Un attacco al pronunciamento del consiglio regionale è arrivato anche dalle associazioni, come la Focsiv e le Acli che parlano di “voto miope e sbagliato”. “Alle porte dell’Europa migliaia di persone stanno soffrendo anche per l’indifferenza dell’Europa, che potrebbe mettere fine al loro calvario con un milionesimo delle risorse che si sprecano ogni giorno per interventi inutili”, spiegano le Acli chiamando a raccolta la società civile per fare pressione. Anche il segretario piemontese del Pd Paolo Furia, ha evidenziato che “il centrodestra mostra tutte le sue contraddizioni sul tema della solidarietà internazionale e del supporto alle associazioni umanitarie piemontesi impegnate sulla rotta balcanica. A Roma predica bene, a Torino razzola male. Nei giorni scorsi i parlamentari europei del Pd avevano voluto personalmente verificare la situazione, ma erano stati indebitamenti bloccati dalla polizia croata. Partendo dalle parole pronunciate ieri in Senato da Mario Draghi sulla necessità di un Europa unita e solidale, applaudite anche da Lega e Forza Italia, il Pd regionale si era illuso che anche in Piemonte si potesse cambiare rotta. Ci spiace soprattutto per volontari e gli operatori umanitari piemontesi impegnati sulla rotta balcanica: la Regione non ha alcuna intenzione di supportarli”.

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