Alfonso Bonafede e Lucia Azzolina, i due nomi dietro alla rottura: Italia Viva voleva la loro testa, no M5s

Niente intesa. Il presidente della Camera Roberto Fico ha lasciato, a passo svelto, la sala della lupa, ove è stato a colloquio con i rappresentanti della possibile maggioranza. Destinazione Quirinale, probabilmente per dar conto a Sergio Mattarella del fatto che è saltato l’accordo in maggioranza per un Conte-ter. Rissa totale e tempo scaduto: addio a Giuseppe Conte e al presunto avvocato del popolo? Pare proprio di sì. Dopo Fico, per inciso, nessuno degli altri partecipanti alla riunione ha lasciato la sala.

Secondo quanto si apprende, il nodo fondamentale che non è stato risolto è stato relativo all’avvicendamento di Lucia Azzolina ed Alfonso Bonafede. Matteo Renzi e Italia Viva avevano posto come condizione ineludibile la loro testa per dar vita a una nuova maggioranza. Condizione, oggettivamente, ineccepibile. Ma niente da fare, il M5s non ha voluto offrire la testa dei due ministri, tra i peggiori e più controversi della parentesi giallorossa. Questo la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso, il punto di non ritorno. Ma fonti IV riferiscono che a Bonafede e Azzolina si aggiunge Domenico Arcuri, il super-commissario che Renzi vuole togliere di torno.

Tensioni, in giornata e alla viglia, anche su Mes sanitario e reddito di cittadinanza. Nessuna intesa insomma sul verbale che avrebbe dovuto chiudere il tavolo sul programma dopo due giorni di lavori. Italia viva, che aveva chiesto un documento con cronoprogramma, avrebbe poi detto sì alla scelta di redigere un verbale di fine riunione ma avrebbero lamentato, alla lettura del testo, che non rispecchia le diverse posizioni che si sono registrate al tavolo su alcuni temi.

Pare così definitivamente tramontata l’ipotesi di un Conte-ter. La palla ora torna a Sergio Mattarella. Probabile che si tenti un governo istituzionale, che potrebbe anche prendere la forma del cosiddetto “governo dei migliori”, il governo-Ursula che Silvio Berlusconi e Forza Italia, a più riprese, non hanno escluso negli ultimi giorni. Un indizio in tal senso anche la fuoriuscita di Emilio Carelli, che ha abbandonato il M5s alla Camera. Altri grillini potrebbero presto lasciare il partito per riposizionarsi in gruppi parlamentari favorevoli a questo tipo di schieramento.

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