Reddito M5s, spreco in un caso su due

Se serviva un’indagine a campione sulla serietà del Reddito di cittadinanza grillino, quella condotta dal sindaco leghista di Sesto San Giovanni, comune di 81mila abitanti alle porte di Milano, sembra piuttosto attendibile.

Intanto, il governo ci ha messo un anno e tre mesi (dal luglio 2019 allo scorso settembre) per creare la piattaforma che consente ai Comuni di attivare i «progetti utili alla collettività» che i percettori del sussidio possono essere chiamati a svolgere (da 8 a 16 ore a settimana). A Sesto lo incassano circa 600 cittadini. Il sindaco Roberto Di Stefano riferisce che tra i primi 48 contattati dal Comune, trenta hanno aderito ai progetti e «ci stanno dando una grossa mano a tenere puliti i giardini, a sistemare gli archivi della biblioteca o a garantire il distanziamento al punto tampone drive in» mentre diciotto non hanno risposto o non si sono resi disponibili. «Il 38% delle persone contattate – sintetizza in un video su Facebook – non ci ha filato di striscio». Ha voluto «verificare personalmente i fascicoli di ognuno di loro» e ha scoperto che principalmente (14 casi su 18) si tratta di stranieri, tutti nordafricani, «che non sono più in Italia. Sono spariti, irreperibili. Ma intanto hanno preso il sussidio per mesi e avrebbero continuato a farlo, ora immagino che verrà interrotto». Altri invece «ci rispondono che non possono venire perché sono impegnati e vorrebbero l’appuntamento fuori dall’orario di lavoro. Il reddito era nato per aiutare chi aveva bisogno di lavorare invece si è rivelato uno strumento usato da molti furbetti». Precisa: «Non tutti fanno così, ma in molti se ne approfittano, con la complicità di un governo assolutamente incapace». Non tutti i sindaci sono così solerti, e Di Stefano lancia un monito: «Immaginiamoci in tutta Italia quanti soggetti se ne approfittano». E sui social si rivolge direttamente proprio a questi furbetti: «Togliete risorse a chi ne ha veramente bisogno. Vergognatevi». Il leghista aveva chiesto al governo controlli più serrati già nel marzo 2020, dopo aver pizzicato e denunciato due fratelli marocchini che avevano presentato una falsa dichiarazione per incassare il reddito. E per sette mesi erano riusciti a frodare lo Stato.

Sulla misura tanto cara ai pentastellati si è accesa una polemica giorni fa anche a Milano. Il capogruppo di Forza Italia ha chiesto al Comune conto dei percettori. L’assessore al Welfare si è giustificato ma – ribatte De Pasquale – da settembre il Comune ha fatto poco. Queste persone possono essere usate per pasti a domicilio o emergenza neve. Durante la nevicata che lo scorso 28 dicembre ha bloccato la città su 1.400 spalatori iscritti alle liste se ne sono presentate solo 120. Chi incassa il reddito e ha i requisiti fisici dovrebbe essere chiamato in casi come questi».

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