Renzi vuole il Mes a tutti i costi. Così il leader di Iv spinge Conte verso la crisi

Matteo Renzi vuole andare fino in fondo nel braccio di ferro con Giuseppe Conte e nonostante le concessioni del premier sul Recovery plan rilancia e chiede il Mes, accelerando verso la crisi. Il leader di Italia Viva, il più piccolo partito nella maggioranza giallofucsia eppure ago della bilancia al Senato, non si accontenta della nuova bozza del Recovery plan e vuole i miliardi del Mes per la sanità. Tutti sanno che è un prestito-trappola che ci metterebbe alla mercé della Ue, ma Renzi non vuole sentire ragioni. E se oggi è il Mes sanitario, domani sarà la delega ai Servizi, altro punto sul quale l’ex segretario del Pd non intende mollare neanche di un millimetro rispetto a Conte. E si è visto con la richiesta di chiarimenti al premier sulla visita dell’ex procuratore generale Usa William Barr in Italia e il suo irrituale abboccamento con gli 007 italiani.

L’ultimatum di Renzi a Conte: “Sì o no al Mes?”

La nuova bozza del Recovery plan, inviata ai partiti giallofucsia dopo ore di tensione e “irritazione” tra Iv e gli alleati, non piace ai renziani. Altro che dialogo o rimpasto per tenere buona Iv. Renzi tira dritto a testa bassa: “Presenteremo un nostro documento che chiederà: ‘sì o no al Mes?’. Le nostre richieste sono più soldi per la sanità che vuol dire prendere il Mes”, dice ai microfoni del Tg2 Post.

Il leader di Iv: “Se Conte non ha i numeri, c’è un altro governo, non le elezioni”

Altrimenti, è questo il messaggio, sarà crisi. Nessuna paura della conta in Aula, dunque. “Non saremo complici di uno sperpero, siamo pronti a dimetterci e andare all’opposizione. Se Conte, come sembra, vuole cercare i voti dei responsabili in Aula lo aspettiamo lì“, è l’avvertimento di Renzi. Poi la bordata definitiva all’ex avvocato del popolo oggi strenuo difensore della poltrona: “Se non ha i numeri, c’è un altro governo, non le elezioni“.

Anche il Pd dice di non temere la conta in Aula

Tutto in linea anche con la posizione assunta dal Pd, che conferma: “Conte non è sostituibile, se Iv romperà davvero, si andrà alla conta in Aula e poi eventualmente al voto“. A questo punto, la riunione con i capi delegazione di stasera per siglare l’intesa sulla bozza del Recovery plan non è risolutiva. Anche se la maggioranza trovasse la quadra per potare la bozza al Consiglio dei ministri (che forse si terrà domani, salvo slittamenti), il problema Mes resta.

La capo delegazione Iv Bellanova presenterà le richieste alla riunione di stasera

Non a caso, infatti, Renzi ha annunciato che la capo delegazione di Iv, il ministro per le Politiche agricole Teresa Bellanova, presenterà un documento con i punti su cui c’è ancora disaccordo. Intanto stasera ci sarà un primo confronto. Alla riunione prenderanno parte anche il ministro dell’Economia, il dem Roberto Gualtieri, il responsabile degli Affari Ue, il dem Enzo Amendola, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il 5 Stelle Riccardo Fraccaro.

Nessuno dei giallofucsia vuole andare al voto

Lo showdown però prima o poi ci sarà. E non è ancora chiaro chi sarà il primo a mostrare le carte. Il dato politico inoppugnabile è che, al di là della sicurezza ostentata, tutti i partiti di maggioranza – chi più chi meno – temono il voto anticipato. Quindi se sarà crisi, arriverà un nuovo governo giallofucsia oppure un esecutivo tecnico. In entrambi i casi con l’avallo del Quirinale. Alla fine dunque potrebbe cadere solo la testa di Conte. Fatto che non piacerebbe solo a Iv ma anche a tanti nel Pd. Con buona pace dei grillini.

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