Governo, Renzi e Conte verso il regolamento di conti. L’Italia in mano alla ministra Bellanova


L’appuntamento decisivo per decifrare il rebus della crisi di governo è fissato per il pomeriggio di oggi. A vedersi, per la decisione definitiva sul Recovery Fund, saranno i ministri capidelegazione di ciascun gruppo. Se la Bellanova, che al tavolo rappresenta Renzi, dirà “sì”, Conte avrà tempo per convocare il Consiglio dei ministri. In caso contrario, dovrà farlo subito per consentire alla stessa Bellanova e alla collega Bonetti di rassegnare le dimissioni. Sullo sfondo resta sempre il cosiddetto “lodo-Travaglio“. È il “sogno” del direttore del Fatto Quotidiano:  Conte va al Senato e sfida Renzi. Alla fine, solo uno dei resta in piedi.

Repubblica: «Intesa tra Renzi e Berlusconi»

Uno scenario che a dar retta ad un retroscena di Repubblica, il leader di Italia Viva non solo non teme, ma addirittura auspica. Renzi è convinto che, senza Iv, Conte non abbia più maggioranza alla Camera Alta. Se uscisse battuto alla conta, brucerebbe anche le possibilità di un reincarico. Cui potrebbe invece aspirare qualora si dimettesse senza un voto. Solo che il premier non si fida neanche un po’ dell’ex-premier. Da qui lo stallo. Anche se lo stesso retroscena accredita contatti tra Renzi e Berlusconi finalizzati al varo di un governo presieduto da una personalità moderata gradita al centrodestra. Ma sembrano più voci messe ad arte che scenari possibili.

Di Maio: «Patto di legislatura»

Il Pd, dal canto suo, guarda con crescente preoccupazione agli sviluppi della situazione. L’imprevedibilità e la spregiudicatezza di Renzi autorizzano a non escludere alcun esito. In compenso, i suoi esponenti hanno già consigliato a Conte di togliersi dalla testa il “lodo Travaglio”: per loro, un governo ostaggio dei “responsabili” non esiste. Più duro il giudizio di Bersani, di Leu, che bolla come «inqualificabile» l’operazione di Renzi. «Questa – aggiunge – sarà ricordata come la crisi della bozza (Recovery, ndr). Non era neanche andata in Consiglio dei ministri». Chi fa storia a sé è il M5S. Come se abitasse su un altro pianeta, in un’intervista al Corriere della Sera, Di Maio propone un patto di legislatura che abbracci anche le riforme costituzionali. Della serie: prima la poltrona.

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