Pierpaolo Sileri, pesanti accuse al Cts sul Covid: “Dovrei dimettermi domani”

Pierpaolo Sileri si toglie qualche sassolino dalla scarpa: “Quando ho avuto il Covid, mi ha fatto soffrire essere tagliato fuori, dal Cts non mi hanno mandato un verbale, un rapporto, niente. Eppure potevo lavorare, contribuire. Nei primi mesi la comunicazione è stata difficile. Provai a inserire una mia osservatrice e l’allontanarono, pare, addirittura, in quanto donna”. Il viceministro alla Salute muove pesanti accuse. E lo fa in pubblica piazza, in un’intervista al Corriere. “È possibile – si chiede – non tenere aggiornato il viceministro? Ho dovuto scoprire dai Tg il primo caso di due cinesi positivi al coronavirus in Italia. Mi hanno costretto a leggere anche cento pagine in sede, vietandomi le fotocopie”.

Ma c’è di più perché tutti gli scontri tra esperti sono da ricondurre al Comitato tecnico scientifico. “Formazione e gestione del Cts – rincara la dose – sono all’origine della rissosità fra infettivologi, virologi, epidemiologi”. Non solo, perché al centro di un’altra questione: il piano pandemico mai aggiornato. Sileri non nega di essersene accorto: “Chiesi lumi ma, alla fine, mi arrivò direttamente la bozza del piano di maggio 2020”, Quando e perché? “Se rispondo – è la replica che racchiude tutto -, mi devo dimettere domani”.

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