Dopo un lungo silenzio ora rispuntano le Sardine

Dopo un lungo periodo di silenzio ecco che riappaiono le “Sardine”. Il movimento anti-sovranista, nato a Bologna nel novembre 2019 durante la campagna elettorale per le elezioni in Emilia-Romagna, ha fatto sentire la sua voce sul tema della scuola, chiedendo alle autorità una serie di interventi urgenti e mirati per sbloccare l’impasse che sta coinvolgendo gli studenti in tutta Italia.

“Sulle ragazze e sui ragazzi non si mercanteggia. Non possono essere carne da macello della politica. Non stiamo parlando di scuola o di virus ma di diritto all’istruzione e diritto alla salute. I diritti in gioco sono di grande portata perché in mancanza di uno dei due non si rinuncia a una porzione di futuro, si rinuncia al futuro”, hanno spiegato in una nota i rappresentanti del movimento “ittico”.

Le “Sardine” ammettono che il tema è complesso e spostare l’apertura “dal 7 all’11 gennaio, con ulteriori varianti regionali, è un pessimo segnale, un braccio di ferro che sa di presa in giro”. Ma vi è comunque la necessità di affrontare la questione con “equilibrio”. “Giovedì o venerdì- hanno aggiunto- saranno resi noti i numeri relativi alla curva pandemica post-festività”. A quel punto si dovrà valutare se far tornare in classe gli studenti. Gli attivisti su questo si mostrano cauti tanto che hanno invitato chi di dovere a non aprire “le scuole se non ci sono le condizioni”.

Il movimento chiede, inoltre, interventi sull’edilizia scolastica “perché la scuola è luogo di relazione. Ove questa sia negata o messa in pericolo, non si può parlare di formazione. La Dad un surrogato temporaneo da mandare giù in questi tempi eccezionali. Non certo la soluzione alla quale abituarsi”. Altra questione delicata su cui si dovrà discutere è quella dei trasporti. I mezzi affollati sono un disagio nei giorni normali e un potenziale pericolo, causa assembramenti, in questa fase di emergenza. “Se per recarti a scuola devi accalcarti e salire su una littorina a gasolio e ti chiedi se te lo puoi permettere, evidentemente un problema c’è. Anche più di uno”, hanno spiegato le “Sardine”.

Inoltre dal movimento si sottolinea l’esigenza di fornire agli studenti gli strumenti utili per seguire le lezioni senza problemi. Tra questi vi è la connettività internet che è “da potenziare” perché “di rete unica nazionale si fa un gran parlare, prevalentemente in relazione ai dividendi generati da fusioni societarie, ma alla fine della fiera le lezioni in Dad vanno a scatti”. Dalle “Sardine” dito puntato contro le disuguaglianze economiche che stanno aggravando l’attuale situazione e che potrebbero avere ripercussioni sul futuro di molti italiani. “Se oggi un genitore non può permettersi il/la baby sitter e deve rinunciare al lavoro- hanno evidenziato- non lo ritroverà magicamente quando il virus sarà debellato e la Dad un ricordo”.

Infine gli attivisti hanno avanzato la richiesta di dotare entro 60 giorni il personale scolastico di mascherine Fpp2: “A 6 mesi assumiamo sempre più personale docente e stabilizziamo gli organici. A 60 mesi realizziamo e attuiamo un piano nazionale per l’edilizia scolastica e per riaffermare l’identità delle scuole come luoghi di relazione”. “A 6000 mesi: non vi chiediamo tanto. Ma di sognare sì. In fondo, non costa nulla”, hanno concluso i rappresentanti del movimento.

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