Social network e censura, la Polonia istituisce tribunale online per tutelare la libertà di espressione

Negli ultimi tempi i gestori dei principali social network stanno promuovendo un controllo sempre più pervasivo sui contenuti postati dagli utenti, applicando una censura basata su criteri politici e ideologici invece che legali. Come testimoniano la vicenda di CasaPound Italia con relativa sentenza del Tribunale di Roma ma anche la paradossale querelle tra Twitter ed il presidente in carica degli Stati Uniti, Donald Trump.

In conseguenza di ciò alcuni Stati hanno cominciato ad adottare contromisure. La Russia nelle settimane scorse ha approvato un disegno di legge che prevede sanzioni per i portali web che limitano l’accesso al materiale informativo dei media russi. Si tratta di una risposta alla censura applicata da Twitter, Facebook e YouTube nei confronti di alcune agenzie di stampa quali Russia TodayRIA Novosti e Sputnik News.

Polonia, nasce il tribunale per tutelare la libertà di espressione

In Polonia sta per essere varato un provvedimento che prevede multe salate per i social network che censurano contenuti legali. Nel caso in cui vengano rimossi contenuti o bloccati account che non violano la legge polacca, i gestori dei social network potranno ricevere multe fino a 8 milioni di zloty (circa 1,8 milioni di euro). Sarà istituito un tribunale speciale per la protezione della libertà di espressione, presso il quale gli utenti censurati potranno presentare reclamo chiedendo il ripristino dei proprio post o del proprio account. Il tribunale esaminerà il ricorso e risponderà entro sette giorni. Qualora il responso sia favorevole all’utente, la piattaforma social sarà obbligata a ripristinare i contenuti ingiustamente censurati per non subire sanzioni. L’intero procedimento avverrà online.

Social network e censura ideologica

Il ministro della Giustizia polacco, Zbigniew Ziobro, spiega che il provvedimento nasce per tutelare le “vittime di censura ideologica, ingiustamente represse dalle piattaforme social solo perché esprimono punti di vista e fanno riferimento a valori inaccettabili da alcune lobby che hanno un’influenza sempre più forte sul funzionamento dei social media. L’utente deve sentire che i suoi diritti sono protetti. Non può esserci censura della parola. La libertà di parola e la libertà di dibattito sono l’essenza della democrazia”.

Il segretario di Stato, Sebastian Kaleta, afferma che questa legge è significativamente migliore rispetto al Digital Service Act approvato dalla Commissione Europea che ha un approccio esclusivamente repressivo mentre il governo polacco ha preferito focalizzarsi sulla tutela della libertà di espressione. Vedremo se altri comprenderanno l’importanza di regolamentare lo strapotere dei colossi social e avranno il coraggio di seguire l’esempio di Varsavia. Soprattutto tra i governi conservatori, considerato il sempre più evidente indirizzo politico progressista delle piattaforme.

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