Troppe code alle Poste, la rabbia dei sindaci: «Anziani fuori al freddo per ore»

Code infinite fuori dagli uffici postali. Fuori, perché all’interno l’ingresso è contingentato a causa dell’epidemia Covid. Non solo, ma in alcune sedi gli orari sono stati ridotti, e questo provoca l’aumento dell’afflusso anche negli uffici che invece hanno conservato gli orari abituali.

Con la stagione fredda, l’attesa all’esterno è particolarmente poco sopportabile, soprattutto da parte degli utenti più anziani. E così i sindaci del Rhodense hanno deciso di scrivere una lettera per chiedere alla direzione generale delle Poste di ampliare gli orari di apertura. L’appello è stato firmato da Yuri Santagostino (Cornaredo), Michela Palestra (Arese), Andrea Tagliaferro (Lainate), Maria Rosa Belotti (Pero), Carmine Lavanga (Pogliano Milanese), Angelo Bosani (Pregnana Milanese), Pietro Romano (Rho), Sara Santagostino (Settimo Milanese) e Guido Sangiovanni (Vanzago).

«Nonostante le diverse segnalazioni effettuate dai sindaci del nostro territorio, constatiamo purtroppo che nulla è stato modificato in merito agli orari degli uffici postali», scrivono i prrimi cittadini: «In queste settimane noi sindaci abbiamo riscontrato code sempre più lunghe fuori dagli stessi. Disagio acuito dalle temperature rigide che ci accompagneranno almeno per qualche mese, per tutti gli utenti ma in particolare per quelli più anziani. Disagio percepito anche negli uffici che non hanno avuto riduzioni di orario poiché i cittadini di più Comuni si riversano nelle sedi aperte».

«Ripristinare i vecchi orari»

«Per questi motivi siamo nuovamente a segnalare l’estrema urgenza della riapertura degli uffici postali dei nostri Comuni così come da orari precedenti alla fase più acuta dell’emergenza Covid», proseguono i sindaci: «Sappiamo bene dell’impegno messo da Poste italiane a tutela degli utenti e dei propri dipendenti, è lo stesso che abbiamo messo nei nostri uffici per garantire servizi essenziali durante questa emergenza. Crediamo sia giunto il momento però di ritornare ai vecchi orari che permettevano sicuramente un servizio migliore per i nostri cittadini».

In precedenza, Poste Italiane aveva promesso un monitraggio per “correggere il tiro”: «Dopo alcune settimane vi chiediamo a quali scelte ha portato questo monitoraggio e quali siano i motivi per cui non sono ancora stati ripristinati i vecchi orari», concludono i primi cittadini.

Il problema delle code infinite fuori dalle Poste è in realtà generalizzato, come si può constatare di persona davanti a un qualunque ufficio postale e come in effetti si legge nei vari gruppi Facebook di zona, anche nella città di Milano. Un iscritto al gruppo “Sei di Bonola se” riassume impietosamente la situazione nel suo quartiere, notando che l’ufficio postale di via Quarenghi è chiuso da tempo e l’annunciata riapertura del 12 dicembre non c’è stata, mentre in via Appennini le code sono continue. E non è tutto: in via Quarenghi è spento da tempo anche il Postamat (lo sportello bancomat della Posta) mentre «quello di via Appennini – scrive l’uomo – è il più delle volte “chiuso per interveento degli operatori”».

Gli fanno eco diverse persone: una cittadina risponde segnalando di avere trascorso in fila ben «tre ore e tredici minuti contati» nell’ufficio di piazza di Santa Maria Nascente, al QT8, un’altra di avere atteso due ore e mezza in via Rubens.

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