Castrum Inui, il sito archeologico soffocato dal degrado alle porte di Roma (Foto)

Castrum Inui è un sito archeologico prezioso, perfetta sintesi di tutto ciò che di antico c’è nel Lazio. Eppure, sebbene si trovi a una manciata di chilometri da Roma, giace solitario, circondato da strutture fatiscenti, animali e cumuli d’immondizia che, se non fanno onore a chi lì vicino ci vive tutti i giorni, di certo mai richiameranno turismo – o anche educheranno mai al rispetto per la Storia.

Castrum Inui, tra Enea e Afrodite

Il sito archeologico di Castrum Inui è ubicato alla foce del fiume Incastro che sfocia a mare nella località di Tor San Lorenzo (Ardea), a pochi passi da Roma. Il sito è stato – ed è tutt’ora – oggetto di una serie di campagne di scavo condotte dalla Soprintendenza ai beni archeologici del Lazio a partire dal 1998. La località è citata nell’Eneide, il poema di Virgilio stretto a doppio filo ai luoghi di queste coste laziali, secondo il quale sarebbe stata fondata da Latino Silvio, figlio di Ascanio e nipote di Enea. Il cui nome deriverebbe dal dio Inuus (Inuo), divinità dei boschi e dell’inizio delle cose. Nella campagna di scavi diretti dall’archeologo Francesco Di Mario sono venuti alla luce le strutture del centro portuale fortificato, in attività dal IV-III secolo a.C. fino al III secolo d.C., tra cui una serie di magazzini, un’area artigianale e un impianto termale con pavimenti a mosaico e pareti affrescate, oltre all’area sacra con un sacello dedicato a Esculapio. Di Castrum Inui si sa anche che vi era un’importante sito religioso dedicato al culto della dea Afrodite.

Tra i fasti del passato e il degrado del presente

Ma questi sono fasti del passato (anche recente): adesso il sito archeologico è indicato da uno striscione, con tanto di simbolo del Mibact, semidistrutto. Addossato ad una recinzione a sua volta metà crollata e pericolate, e circondata da immondizia. Se si percorre il perimetro degli scavi, inoltre, è possibile vedere come ancora l’immondizia puntelli il preziosissimo sito archeologico. Inutile dire che è facilissimo accedere all’area che contiene i resti di Castrum Inui, ed è facile capirlo anche dall’immondizia e dai molti “ricordini” lasciati dai numerosi animali che vagano per i campi circostanti – come in un quadro del Roesler Franz adattato al giorno d’oggi, non è difficile scorgere in lontananza greggi di pecore e financo qualche cavallo.

Castrum Inui – Le immagini di degrado e abbandono

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Immondizia, escrementi animali e incuria

E’ mai possibile che un luogo così importante per la Storia di Roma e del Lazio, in cui – almeno all’apparenza – ancora si sta lavorando, sia lasciato in questo stato di incuria e di insicurezza? All’ingresso del sito, che in molte occasioni è stato aperto al pubblico, staziona in bella vista addirittura un divano (oltre a vari elettrodomestici). Come è possibile evincere dalle foto, chiunque può valicare facilmente la recinzione, molto precaria, per introdursi nel sito. E non tutti, purtroppo, con l’intenzione di denunciarne la possibile esposizione ad agenti esterni e a tutto ciò che di negativo può venire dal mondo “contemporaneo”. Sappiamo che a ogni denuncia corrisponde un rimpallo di responsabilità tra Comuni, Soprintendenza ed Enti vari, ma dato che la Storia è di tutti, non solo del singolo funzionario, la domanda resta: è così che si valorizza e si tutela la “nostra” Castrum Inui?

Ilaria Paoletti

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