Mes, Dario Franceschini e il retroscena dal Pd: “Quadro fragile, un incidente e crolla tutto”

“Il governo non cade sul Mes”, giura il premier Giuseppe Conte. Peccato che i suoi ministri non abbiano la stessa certezza. E mentre quello degli Esteri Luigi Di Maio, in tandem con il reggente del M5s Vito Crimi, ha già avvertito che chi tra gli onorevoli grillini mercoledì voterà contro verrà espulso dal Movimento, è nel Pd che pare respirarsi l’aria più pesante. Secondo un retroscena del Corriere della Sera, a Palazzo Chigi e nei corridoi che contano gira da diverse ore una massima di Dario Franceschini, ministro dei Beni culturali e capodelegazione dei democratici nell’esecutivo: “Quando il quadro è troppo fragile basta un incidente parlamentare per far crollare tutto, anche oltre la volontà di chi lo ha provocato”. Tradotto in soldoni: a forza di tirar la corda, anche solo per ottenere qualcosa in più per sé o il proprio partito, la corda si può spezzare.

“Se il 9 Conte va sotto si deve dimettere”, annunciava alla Stampa Matteo Renzi, che con Italia Viva pare aver rinunciato anche all’idea del rimpasto (e il fatto suona come una ulteriore minaccia al premier). C’è chi teme un suo sgambetto, una provocazione da cui possa nascere la crisi. Magar già lunedì, quando si voterà l’emendamento alla legge di Bilancio sulla governance del Recovery Fund. La capodelegazione di IV Teresa Bellanova ha già detto di essere contraria ai “supermanager” annunciati da Conte, e non è un dettaglio.

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