Dpcm 4 dicembre, pranzi e cene a Natale: “Solo conviventi, evitare gli anziani”. Esclusi anche mamma e papà?

Lorsignori ci concedono i ristoranti aperti a Natale, vigilia e Santo Stefano. Unica eccezione “migliorativa” rispetto alle draconiane ultime indiscrezioni circa il dpcm 4 dicembre, l’ultimo pacchetto di norme per contenere la pandemia di coronavirus.Ma si scopre che un governo di stampo sovietico, dopo averlo smentito per giorni, anzi settimane, vorrebbe decidere (“consigliare”) addirittura con chi potremo pranzare, o cenare, nei giorni di festa. Nessun numero, nessun tetto massimo: già, l’esecutivo conserva ancora un briciolo di buonsenso e capisce che non si può normare il numero di sedute. Eppure, “consiglia”. E consiglia di “limitare i commensali al solo nucleo di conviventi”. Dunque, suggerisce di rinunciare alle riunioni di famiglia e caldeggia l’ipotesi di lasciare soli gli anziani, nonni e genitori. Insomma, il governo si prende la briga di suggerirci di non vedersi tout-court. Già, prendiamo l’esempio ipotetico ma che riguarda moltissime persone: una coppia sposata, che ovviamente non convive con i genitori, secondo il governo a Natale farebbe meglio a non vedere questi ultimi. Bene, ovvio che sarà impossibile, scontato il fatto che in molti non “ascolteranno” questi consigli di governo. Ma già il fatto che Giuseppe Conte e i suoi si prendano la briga di suggerircelo fa riflettere. Eccome.

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