“L’amico di Zingaretti ha rifilato un bidone alla Roma”. La Finanza indaga su riciclaggio

Doveva essere il «nuovo Modric». E invece si è rivelato un bidone. Stiamo parlando di Ante Coric, giovane centrocampista croato della Roma attualmente in prestito in Olanda. Detta così, sembra uno dei tanti abbagli del calciomercato, con giocatori pompati dagli agenti fino all’inverosimile e finiti presto nel dimenticatoio. Al contrario, i risvolti della vicenda non sono esclusivamente sportivi. Tant’è che la Guardia di finanza ha aperto un fascicolo sul trasferimento di Coric alla Roma. L’ipotesi al vaglio è quella di riciclaggio. Una brutta storia che potrebbe coinvolgere anche la politica. E più in particolare il segretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti.  

Coric: da nuovo Modric a bidone

A dare la notizia delle indagini in corso è stata Repubblica, che nell’edizione di oggi ha ricostruito la vicenda. Come spiegano Carlo Bonini e Marco Mensurati, gli autori dell’inchiesta, l’«ipotesi investigativa vorrebbe questo glorioso mistero di calciomercato [Coric], rivelatosi un bidone e costato alla società 8 milioni di euro, legato alla facilitazione del progetto dello stadio da parte della Regione». In sostanza, nel 2018 la Roma ha sborsato alla Dinamo Zagabria ben 8 milioni di euro per assicurarsi il cartellino del nuovo Modric (così era stato presentato). Tuttavia, nonostante le prestazioni imbarazzanti di Coric, nella primavera del 2019 si presenta a Trigoria l’intermediario dell’operazione, Giuseppe Cionci, che pretende ulteriori 500mila di commissioni, non previsti nel contratto ma frutto di un presunto gentlemen’s agreement. Il nuovo ad della Roma, Guido Fienga, lo invita gentilmente alla porta. «La storia, che potrebbe infatti chiudersi qui, diventa improvvisamente interessante agli occhi di chi indaga», scrive Repubblica. «E lo diventa per il nome di quell’uomo che bussa a denari».

Cionci: «L’uomo dei soldi di Zingaretti»

Ma chi è Giuseppe Cionci? Come spiegano Bonini e Mensurati, «in una informativa della Finanza di Roma viene identificato come rappresentante “della società Cornersport Management Srl” della quale fa parte anche Pietro Leonardi, ex dirigente sportivo radiato, dalla carriera diciamo non esattamente luminosa, già coinvolto in svariate inchieste sportive e penali e soprattutto travolto dal crac del Parma prima (2015) e da quello del Latina poi (2016)». Non proprio un bel biglietto da visita. Ma non c’è solo sport nella vita di Cionci, bensì anche la politica. Cionci, infatti, è uno degli uomini di fiducia di Nicola Zingaretti, «architetto della sua lista civica nel 2008, quando venne eletto presidente della Provincia e tra i fundraiser del suo comitato per l’elezione a Governatore del Lazio (2013)». Ma la sintesi più efficace è quella di Salvatore Buzzi, il famigerato «ras delle cooperative» nell’inchiesta su Mafia capitale: «Cionci? È l’uomo dei soldi di Nicola Zingaretti».

Le ipotesi di reato

Di fronte a questo intrigo, la Procura di Roma e quella di Zagabria si mettono in moto. E «scoprono infatti che degli 8 milioni arrivati a Zagabria perché pagati dalla Roma a saldo del ragazzo croato, a Zagabria se ne fermano solamente due. Probabilmente, quelli parametrati al reale valore del calciatore. Gli altri sei vengono “spacchettati” in due tranche di pari importo (tre milioni l’una). La prima prende la strada di una banca di Dubai e da Dubai rientra a Zagabria. La seconda, viene inviata su una banca di Cipro e di lì rientra in Italia. Ancora non è chiaro nella disponibilità di chi». Stando sempre a Repubblica, le ipotesi al vaglio degli inquirenti sono due. La prima è quella di riciclaggio: pagare Coric all’estero a un prezzo gonfiato per poi prendersi il surplus in nero. «La seconda ipotesi – continuano Bonini e Mensurati – è invece quella “politica” ed ha appunto a che vedere con il doppio ruolo di Cionci. Aspirante agente di mercato, ma contestualmente amico di Zingaretti e prodigo di rassicurazioni in quella primavera del 2019 (millanterie?) sul destino del progetto di autorizzazione dello stadio in Regione».

Gabriele Costa

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