L’Ats si arrende: “Sistema sta andando in tilt, stop tamponi ai contatti stretti”

Il sistema dei tamponi lombardo si sta lentamente sgretolando. Troppi i casi. E quindi bisogna correre ai ripari. “Una forte sofferenza nella possibilità di prenotare ed eseguire in tempi adeguati il tampone per la ricerca dell’Rna virale, nonostante i laboratori abbiano raddoppiato la produzione nell’ultimo mese”. Lo spiega la stessa Ats della Città metropolitana ai medici di medicina generale, in una nota inviata loro in questi giorni con cui chiede la collaborazione dei camici bianchi.

Nello scritto Ats scrive che “purtroppo si stanno registrando un numero quotidiano di nuovi positivi enormemente superiore a quanto avvenuto nella prima fase. Ogni giorno rileviamo diverse migliaia di nuovi casi: quasi 4mila nei giorni scorsi, 20 volte superiori al dato di fine settembre, con una progressione che purtroppo è estremamente rilevante”.

Ai medici Ats indica alcune azioni: “Spiegare agli assistiti che per il momento è opportuno sospendere l’esecuzione del tampone per i contatti stretti”. Quindi per le persone entrate in contatto con un positivo e in isolamento precauzionale l’unica via resta “concludere la loro quarantena al 14esimo giorno”. Nelle linee guida, invece, con il tampone, si potrebbe sospendere al decimo giorno.

Il problema sono i numeri: “In Ats vengono effettuati ora 75mila tamponi alla settimana, i tempi di attesa si stanno inevitabilmente dilatando, rendendo certamente più complessa l’attività di sorveglianza e tardiva quella diagnostica”. Si prova a incrementare ancora l’offerta di tamponi con laboratori ed erogatori, “ma questo intervento non consente da solo di fronteggiare la criticità generata con la recrudescenza della pandemia”, ammette l’Ats. “L’aumento esponenziale delle segnalazioni e la difficoltà di trovare posti disponibili nella prenotazione hanno determinato anche qualche rallentamento e difficoltà nell’utilizzo del portale, di cui ci scusiamo”, scrivono dall’Agenzia ai camici bianchi. Da qui l’appello: “Per riportare, almeno per i casi sintomatici, l’offerta del tampone entro tempi accettabili, è essenziale la collaborazione dei medici e dei pediatri di famiglia, anche per evitare che comportamenti non appropriati dei cittadini possano ulteriormente aggravare la situazione”.

Oltre allo stop ai tamponi per i contatti stretti nel decimo giorno di quarantena, serve “dare priorità a tamponi per casi sospetti”, e ancora “evitare nel modo più assoluto che il paziente si rechi negli ambulatori ad accesso diretto, anche se con impegnativa. L’accesso diretto è infatti riservato ai soli casi sospetti segnalati in ambiente scolastico, e il mancato rispetto di questa indicazione è la principale causa delle code nei punti prelievi (soprattutto drive through). Per queste ragioni non è opportuno rilasciare impegnative per il tampone e disincentivare l’accesso diretto al di fuori della casistica scuola”, indica l’Ats. L’invito è a “indirizzare i cittadini” verso “corretti comportamenti di prevenzione e di protezione. Comprendiamo la difficoltà a seguire le continue mutazioni delle disposizioni, ma è essenziale che chi opera nel Ssn contribuisca a rendere efficaci tali indicazioni comunicandolo correttamente e aiutando i cittadini a comprenderne finalità e significati”.“

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