“Tu ci chiudi e tu ci paghi”. Scoppia il caos a Napoli contro De Luca

Monta la protesta a Napoli contro il coprifuoco. Nei vicoli del centro storico ntorno all’orientale centinaia di persone hanno bloccato anche la circlazione pedonale.

Il flash mob era stato rilanciato sui social e così da ogni parte del centro di Napoli gruppi di ragazzi e non solo si sono messi in marcia verso largo San Giovanni Maggiore e l’università Orientale di Napoli. Una diretta su Facebook incita alla ribellione civile contro l’ipotesi di lockdown avanzata dal presidente della Regione, Vincenzo De Luca. Ci sono due striscioni in cima a un corteo: “Tu ci chiudi e tu ci paghi”, e poi “Contro De Luca”. Blocco stradale anche nel quartiere di Chiaiano, nei pressi della stazione della metropolitana.

Scontri tra manifestanti e forze dell’ordine tra il lungomare e via Santa Lucia, nei pressi della sede della regione Campania. Dal corteo di protesta in corso, contro le misure restrittive decise dal governatore campano per fronteggiare l’aumento dei contagi, sono partiti lanci di bottiglie verso le forze dell’ordine schierate in assetto anti sommossa.

Mentre il presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, invocava misure più restrittive fino al lockdown per l’escalation di contagi, sono partiti i primi messaggi via cellulare, “Scendiamo in piazza, facciamo la rivoluzione”, si leggeva nel web. Già la mattina in diverse parti della città le forze dell’ordine hanno riscontrato la presenza di diversi gruppi di ragazzi in scooter che fermi ai semafori hanno iniziato a suonare i clacson contro la decisione del giorno prima del governatore di imporre il coprifuoco. Il primo momento teso si è vissuto alle 17. Sempre i clacson protagonisti e un blocco stradale con ripercussioni lungo l’autostrada Napoli-Pompei-Salerno, grazie ad auto e scooter che hanno bloccato l’ingresso ai caselli e l’uscita sia a Portici che a Ercolano. Erano i venditori ambulanti del mercato di Pugliano che è stato chiuso dal sindaco Ciro Bonajuto per evitare la diffusione dei contagi. In serata i commercianti del centro storico e quelli della zona di via Duomo si sono dati appuntamento in piazza del Gesù come hanno fatto ieri i ristoratori del lungomare di Napoli di altre zone del salotto della città davanti al palazzo della Regione, in via Santa Lucia per manifestare la loro contrarietà all’ipotesi di lockdown e alla chiusura anticipata alle 23.

Poi si sono mossi gli studenti universitari, che nel pomeriggio hanno indetto appunto un flashmob nella piazzetta dell’università Orientale. Infine sul lungomare, all’altezza della Rotonda Diaz. In questo caso ragazzi più giovani, che hanno ricevuto via sms un invito a vedersi per disobbedire alla decisione di De Luca di chiudere i ritrovi della movida. E ancora decine e decine di video pubblicati su Facebook in una protesta social con una parola chiave #nolockdown. Commercianti e cittadini mostrano le immagini delle loro attività commerciali vuote, strade deserte, forni delle pizze spenti. Video anche dall’aeroporto di Capodichino, deserto, e dagli scavi archeologici di Pompei. Deserto anche al porto di Napoli, dove erano attese navi da crociere e che forse cambieranno rotta.

“Non ci sta uccidendo il Covid, ci state uccidendo voi”, urlano alcuni manifestanti. “Non vi scontrate con il popolo”, pregano alcuni dimostranti gli agenti delle forze dell’ordine. La tensione è ancora alta, anche se gli atti violenti sono momentaneamente cessati. Tra i presenti anche esponenti di collettivi e attivisti no global. “È anticostituzionale, è una dittatura”, grida un uomo. Il traffico di auto ancora intenso è in tilt. Qualche manifestante si dissocia da chi ha gettato bottiglie e petardi contro le forze dell’ordine. Dalle forze dell’ordine anche l’uso di lacrimogeni. Aggredito un componente di una troupe televisiva di SkyTg24.

il giornale.it

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