A Milano nasce Spazio 1984, occupazione non conforme per “tornare a respirare”

A Milano nasce Spazio 1984, occupazione non conforme contro il governo giallofucsia e le amministrazioni locali che hanno abbandonato i cittadini e soprattutto i giovani con la scusa dell’emergenza coronavirus, seminando il panico e inculcando il terrore, senza al contempo varare politiche economiche e sociali di sostegno dopo aver messo in ginocchio il Paese con il lockdown. L’occupazione è in via Vittorio Alfieri, 7, tra la Chinatown di via Paolo Sarpi e l’Arco della Pace.

“Vogliamo tornare a respirare”

“La nostra è una dichiarazione di indipendenza – si legge in un comunicato di Spazio 1984 -. In un momento storico come questo noi vogliamo opporci alla normalizzazione della mediocrità imposta da una società in decadenza, ridando slancio a una generazione altrimenti perduta”. “Vogliamo tornare a respirare, contro una logica oppressiva che vorrebbe toglierci anche l’ossigeno (un chiaro riferimento alla mascherina obbligatoria sempre e comunque, ndr), impedendoci di pensare e di dare fiato al nostro desiderio di libertà. Respirare diventa ora un atto rivoluzionario: vuol dire riappropriarsi dei nostri spazi, scandire il proprio tempo. Di fronte a istituzioni che non fanno gli interessi dei cittadini, ribellarsi diventa non un diritto ma un dovere”, sostengono i responsabili dell’occupazione non conforme.

Il richiamo alla dimensione distopica di Orwell sempre più attuale

“Spazio 1984 rievoca la dimensione distopica di orwelliana memoria che sembra sempre più vicina alla realtà che viviamo quotidianamente. A questo noi ci ribelliamo e opponiamo. Lo facciamo – conclude il comunicato – costruendo, dove altri hanno voluto distruggere. Lo facciamo riqualificando uno spazio abbandonato perché diventi un nuovo punto di riferimento sociale, culturale e comunitario. Il nostro”.

Adolfo Spezzaferro

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