Conte delega la Merkel

Giuseppe Conte ha lasciato in anticipo il vertice del Consiglio europeo sulle tensioni nel Mediterraneo orientale. Fonti di Palazzo Chigi hanno riferito che il motivo della partenza anticipata del premier sia quella di presenziare ai funerale di Jole Santelli, presidente della Regione Calabria prematuramente scomparsa in questi giorni. Una presenza importante quella del premier, che ha voluto dimostrare la vicinanza del governo alla famiglia di Santelli e a tutta la Regione Calabria e su cui nessuno certamente può discutere né creare dibattito.

Ma crea invece discussione (o quantomeno desta curiosità) la decisione del presidente del Consiglio su chi rappresenterà l’Italia in un vertice che è di particolare interesse per il nostro Paese, dal momento che il Mediterraneo orientale e le tensioni tra la Turchia e gli altri Paesi Ue sono un tema cruciale di questi ultimi mesi e probabilmente anche dei prossimi anni. Ebbene, la scelta, come già accaduto in passato, è ricaduta su Angela Merkel. Conte, spiegano fonti Ue, ha infatti lasciato il vertice delegando la cancelliera tedesca a rappresentare gli interessi dell’Italia. Una decisione che invia un ennesimo (e chiaro) messaggio politico sull’indirizzo intrapreso dal governo giallo-rosso in ambito europeo e che conferma quell’asse tra Italia e Germania che si è cementato in questi mesi grazie anche alle affinità elettive tra Conte e la Merkel.

La questione non è ovviamente di secondo piano. Vero è che l’Italia ha una sua diplomazia e non sarà certo questo summit, o meglio, le ultime ore di questo summit, a determinare le scelte dell’intero Paese. Ma è altrettanto vero che la facilità con cui Conte delega al governo tedesco la rappresentanza del Paese fa riflettere (e non poco) su cosa si stia costruendo in seno all’Europa. E su come siano ormai definite le alleanze strategiche anche in chiave euro-mediterranea. L’episodio di oggi, che è ovviamente dovuto a una tragica contingenza, mostra quindi anche un lato molto importante della diplomazia italiana, che nel momento del bisogno si appoggia senza indugio sulla Germania. Un partner fondamentale ma che viene soprattutto (e sempre) preferito ad altri, a dimostrazione che se la Merkel si fida ciecamente di Conte, è soprattutto vero il contrario, che Conte si fida della cancelliera tedesca.

L’asse Italia-Germania quindi continua a funzionare. Ed è interessante che questo avvenga proprio in una fase di negoziati sempre pi complessi sul Recovery Fund. Le trattative in Europa sono in una fase di stallo. E se a Berlino sono consapevoli che non sarà l’amico di Parigi a mettere i bastoni tra le ruote all’approvazione del Recovery (piano già definito prima tra Merkel e Macron), sono altrettanto sicuri che è Roma il vero ago della bilancia. Con Roma, Parigi e Madrid dalla propria parte, il governo federale può presentarsi dai riottosi di Visegrad e dai frugali con una sorta di “cartello” Ue difficilmente scardinabile.

Per il governo giallorosso questa strategia tedesca è una doppia manna dal cielo. Dal punto di vista politico, la benedizione della Germania – arrivata a Conte già durante l’era giallo-verde per distaccarlo dalle sirene sovraniste e atlantiche – significa la sopravvivenza dell’esperienza Pd-5S. Ma da un punto di vista diplomatico, è chiaro che la presidenza di turno tedesca coincide con un accordo sui miliardi dell’Europa, che per l’esecutivo giallorosso sono l’unica credenziale per non lasciare l’Italia nel baratro della crisi post-coronavirus. Con queste premesse, è facile capire perché Conte ha gioco facile nella designazione di Frau Merkel come rappresentante dell’Italia in sua assenza. E questo vale anche in chiave mediterranea: Berlino e Roma sono allineate nel non dare troppo fastidio ad Ankara. La Francia può permettersi lo scontro frontale con la Turchia per fare asse con la Grecia, ma Italia e Germania hanno altri piani. Motivo in più per delegare la cancelliera. Certo è curioso che non avvenga mai il contrario.

il giornale.it

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