Polizia dentro le case? La gaffe di Speranza irrita Conte. Il Quirinale è costretto a intervenire


Il testo del nuovo Dpcm è stato sofferto. Soprattutto sul punto delle feste vietate e dei controlli da Stato di polizia estesi fin negli appartamenti privati. Il Corriere scrive che c’è voluto l’alert del Quirinale per far saltare una norma che avrebbe messo a rischio di incostituzionalità l’intero decreto.

Da Speranza invito alla delazione

Così è rimasta solo la “forte raccomandazione” a non invitare più di sei persone a casa propria, sempre indossando l’immancabile mascherina. La minaccia del ministro Speranza, con relativo invito alla delazione, è al momento scongiurata.

Polizia dentro le case dopo la segnalazione del vicino

Ma non aveva mancare di lasciare l’opinione pubblica allibita e interdetta. Ieri per l’intera giornata sui social è girato il  botta e risposta tra Fazio e Speranza a Che tempo che fa. “Come farete a controllare?“, aveva chiesto Fazio.  “Confidiamo nelle segnalazioni“, aveva detto il ministro.  E sembrava davvero crederci allo spionaggio condominiale per far cessare i party privati. Il vicino di casa chiama e la polizia ti bussa alla porta. Una misura che evocava davvero una fosca deriva autoritaria.

Conte irritato dall’uscita di Speranza

Un retroscena del Giornale racconta che lo stesso Conte si è trovato spiazzato dall’audacia comunicativa di Speranza. Uno scivolone imperdonabile che ha compromesso l’immagine di un governo che con i suoi divieti ha sempre dato l’impressione di scaricare sui cittadini la colpa della crescita dei contagi. “Non era necessario né utile né fattibile” si sarebbe sfogato Conte secondo Il Giornale, riferendosi all’uscita del ministro della Salute. Di qui, anche, la scelta di non presentare in tv le nuove misure con la solita baldanza.

La deriva sovietica del ministro di Liberi e Uguali

Ministro, ricordiamolo, che appartiene a Liberi e Uguali, e che ha in mente evidentemente una deriva “sovietica” della gestione dell’epidemia che non è certo da augurarsi. “Nemmeno Orwell – aveva commentato sarcastico Salvini – ci sarebbe arrivato. Vogliono la psicopolizia”.

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