Finita la pacchia per don Biancalani: il suo centro di accoglienza verrà smobilitato. E lui piange: “Andrò in Africa”

 Sembra essere arrivata a una svolta decisiva la discussa vicenda di Vicofaro, una piccola parrocchia nella città di Pistoia trasformata in centro di accoglienza dal prete ‘rosso’ don Biancalani. La struttura è recentemente arrivata a ospitare oltre 200 immigrati, molti dei quali irregolari e spesso al centro di episodi delinquenziali (accoltellamentiminacce ai residentispaccio di droga etc). Una situazione fuori controllo che da tempo suscita le proteste dei residenti ed è stata oggetto anche di un esposto in Procura da parte di CasaPound. In virtù di tutto ciò e considerata anche la particolare situazione sanitaria, le autorità locali (Asl, Polizia Municipale e Vigili del Fuoco) hanno recentemente intensificato i controlli riscontrando numerose anomalie.

Ordinanza di smobilitazione

Così alla fine nonostante il forte sostegno, sia in termini economici che di coperture politiche, fornito a don Biancalani da Chiesa e sinistra, si è arrivati a un accordo per la smobilitazione di Vicofaro e il trasferimento degli immigrati presenti presso altre strutture. Nell’ordinanza regionale firmata ieri dal governatore toscano uscente Enrico Rossi, si parla di un “adeguato decongestionamento” degli immigrati presenti a Vicofaro “con il ricollocamento dei soggetti presso strutture di cui abbia la disponibilità o, in mancanza, presso strutture di terzi messe a disposizione a titolo di comodato gratuito”. Non sia mai che agli immigrati di don Biancalani tocchi pagarsi l’affitto o mettersi in lista per le case popolari come fanno gli italiani!

Le reazioni

Soddisfatto il sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi (FdI), secondo il quale “questa ordinanza dà ragione alle posizioni tenute dal Comune: quella struttura non poteva e non può accogliere un numero tanto elevato di persone e non può essere gestita come è stato finora. Questo tipo di gestione non poteva e non può infatti trovare l’appoggio delle istituzioni. Con questa ordinanza viene messo nero su bianco che lì c’è un problema da risolvere, a tutela delle persone accolte e degli abitanti di quella zona, che devono, anche loro, essere tutelati. Adesso siano rispettati gli impegni presi: entro breve dovrà essere trasferita la maggior parte degli ospiti della struttura, che potrà accogliere fino ad un massimo di 20 persone nell’ambito di un percorso di accoglienza realizzato nel rispetto delle regole. Sarà fondamentale che non ci sia un nuovo aumento dei numeri a Vicofaro. Questo vanificherebbe gli sforzi di tutti”.

La Diocesi di Pistoia da parte sua “conferma di mettere a disposizione fin da subito alcune strutture affinché siano utilizzate per ospitare e gestire i migranti attualmente presenti a Vicofaro”. E don Biancalani? Al prete, che sta girando la Toscana per presentare il suo libro Disobbedisco e accolgo, verrà concesso di vigilare sulle operazioni di trasferimento e potrà presentare richiesta per ottenere finanziamenti regionali. Ma sebbene la Toscana sia rimasta in mano al centrosinistra, le coperture politiche del don sembrano scricchiolare.

“Andrò in Africa”

Il suo grande sponsor Enrico Rossi infatti ha dovuto lasciare la guida della Regione e il suo successore Eugenio Giani sembra più moderato, tanto da essere stato criticato durante la campagna elettorale dai seguaci di don Biancalani per non aver ufficialmente espresso il suo sostegno a Vicofaro. Cosa che al contrario ha fatto il candidato della sinistra radicale Tommaso Fattori, più volte ospite a Vicofaro, autore però di un clamoroso flop elettorale con appena il 2% dei consensi e rimasto fuori dal consiglio regionale.
Sentendosi forse un po’ deluso e abbandonato dalla politica, don Biancalani si lascia scappare qualche parola sul suo futuro: “Quando tutto sarà finito vorrei andare in Africa”. Buon viaggio!

Lorenzo Berti

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