Susanna, la prostituta con la bici

Susanna, la prostituta con la bicicletta Mi danno un numero di telefono: “È una puttana che lavora in bicicletta sulla Salaria. Una forza della natura, un culo pazzesco. È avanti con gli anni, ma vive come una ragazzina.

Parla a manetta, fa al caso tuo.” Prima di chiamarla cerco qualche riferimento in rete e spunta fuori un articolo sul “Messaggero” di qualche mese prima: “Passa la domenica a Villa Ada, guarda gli alberi, si rilassa. La mattina pulisce le case a Talenti, il pomeriggio fa la prostituta. Su e giù sulla Salaria, in bici, pedalando lentamente, fondoschiena all’insù… Piumino rosa e coda di cavallo, non passa inosservata… Gli automobilisti accostano, s’informano. Non è la solita. Non è una ragazzina, non è schiava.” “Se mi avvicino, le romene mi cacciano, guadagno un terzo rispetto a loro, basta che riesco a salvare i miei fi gli,” spiega lei. L’unica soluzione è quell’Atala bianca, così “nessuno mi dà fastidio”. Ha cinquant’anni, ma non li dimostra, ex ballerina, due fi gli che riesce a mandare in una scuola privata che costa un occhio della testa. “Perché, sai, con questa…” Indica le parti basse. “… me so’ comprata casa. E sai perché: gli uomini so’ coglioni.” Compete con giovani spettacolari coperte da magnaccia a bordo di macchinoni con targhe straniere. “Seleziono, niente follie, mai di sera. Me li scelgo fi chi, giovani, profumati, normali. Il vecchio viscido, il panzone lardoso, via. E niente orge: una coppia, marito e moglie, cocainomani, mi dava seicento euro per passare un pomeriggio insieme. Maddeché. Eppure potevo comprarci il motorino a mio fi glio.”

Si chiama Susanna, ha fatto la ballerina per trasmissioni come Fantastico e Pronto è la Rai, la cubista, la stripper in discoteca e non fa più le pulizie nelle case, ma solo la mignotta, e non se ne vergogna. Questa è la sua storia alla radio, con un fi nale drammatico.

“Sono felice quando i clienti mi scopano”

“Ciao Susanna, sono Cruciani.” “Ma chi, quello della radio? Ma davvero?” “Sì, sono io.” “Ma dài, io ti ascolto sempre, sei un mito. Non è vero.” “Lascia perdere, voglio che mi dici come ti trovi a battere sulla Salaria.” “Prima battevo negli alberghi al centro perché parlo inglese e francese e andavo con gli uomini d’affari. A un certo punto mi hanno minacciato i papponi: sei richiesta, mi hanno detto, te ne devi andare. Mi sono messa paura, la mafi a, vaffanculo, e sono scappata sulla Salaria. All’inizio è stato complicato, poi ho trovato due posticini all’aperto proprio accanto a Sky e il lavoro va alla grande.”

“Che è successo coi papponi?”

“I magnaccia mi volevano prendere gran parte dei guadagni, mi sono ribellata e ho deciso di venire qui in bicicletta. Gli affari vanno bene e così da quando mi ha lasciato mio marito dopo un periodo che ho fatto la badante, eccomi a pedalare e scopare.”

“Meglio battere per strada?”

“Eh sì, perché ho conosciuto tutti: carabinieri, poliziotti, le altre puttane, i clienti, è tutto un ambiente dove ci si conosce e, se si può, ci si aiuta anche.”

“Susanna, dillo a Parenzo che non sei sfruttata.” “No, io sono sola, sola, di mia libera iniziativa e contenta di farmi scopare da chi mi piace. E sono felice così.” Parenzo: “Signora, sono Parenzo e lei ha tutta la mia solidarietà.” “Ma solidarietà cosa? Io sono felice con il lavoro che faccio di non far mancare niente ai miei fi gli e mica devo pagare qualcuno, eh? Quello che guadagno è mio e mi sono anche fatta una buona clientela.” “Quanti anni hai?” “Sono grande, amore, cinquant’anni, ma se mi vedi sono un pezzo di figa. Vado in giro con il pantaloncino dentro al culo, adoro andare in bicicletta. Ormai mi conoscono tutti, non mi dice niente nessuno. Nemmeno carabinieri e poliziotti. Non mi aspettavo questo successo alla mia età, ma ne dimostro trentacinque, quaranta. Mi alleno tutti i giorni.” “Quanti fi gli hai?” “Due: uno di diciannove, l’altra di sedici. Loro soffrono che faccio questa vita, ma non faccio mancare nulla. Né a loro né a mia madre. Mantengo tre persone.”

“Ma non ti fa schifo?” “No, sono felicissima di farmi scopare, lo farei anche se non facessi la puttana.”

“A che punto ti trovano sulla Salaria?”

“All’altezza di Sky, infatti ormai, penso di essermi fatta tutta Sky. Aspetta, sta arrivando un cliente, te lo faccio sentire in diretta…”

“Raccontami cosa succede.”

“Ciao, vuoi farlo all’aperto o in albergo? In albergo. Fai retromarcia, e vai in quell’hotel con le bandiere vicino all’aeroporto dell’Urbe. Ok, ci vediamo lì tra dieci minuti.”

“Chi era? Lo conoscevi?”

“No, da me viene gente che lavora. Sono sempre tutti di corsa, ma vogliono un pompino perché io li faccio da dio. Da me tornano perché trovano una donna che gode. Faccio dei pompini incredibili. E poi io sono vera, bacio in bocca. Quale puttana bacia?”

“E non lo fai solo per i quattrini?” “Io bacio per davvero. E mando via un sacco di gente, panzoni, grassoni, gente sporca. Camionisti sporchi, luridi. Potrei fare il tri- plo dei soldi, ma vado solo con persone pulite, di varie classi sociali, la mia clientela è gente perbene.”

“Quanto costa la prestazione.” “Qui è basso, trenta, cinquanta. Cento completo in albergo.” “Quanti ne fai al giorno? Quanti clienti rimedi?” “Cinque, dieci, quando va bene venti e pure trenta. Sempre protetta. Aspetta, ne arriva un altro… Questo è un bellissimo uomo. Ci guadagno anche cento euro al netto della stanza, che tanto la paga lui.” “Vai!” “Ciao tesorino, come stai? Allora, andiamo? Ragazzi, ora vi devo lasciare, vado in albergo. Ci sentiamo un altro giorno. Un bacio.”

il giornale.it

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