Case in centro e uffici di notai: i 12 covi della “setta del sesso”

L’orrore nel centro di Milano. Una setta che riduceva in schiavitù donne e bambine sarebbe stata scoperta nella zona di via Osoppo.

A guidarla ci sarebbe stato un insospettabile, come spesso accade in casi simili. Il leader, infatti, sarebbe Gianni Maria Guidi, un uomo di 76 anni conosciuto nell’ambiente come il “Dottore” o anche come “Lui”. Gli adepti, secondo l’accusa, agivano in 12 covi, appartamenti o attività commerciali, sparsi per la città: qui individuavano le vittime, per lo più persone fragili e con problemi, e le spingevano ad entrare nel gruppo.

La sconcertante storia, raccontata dal Corriere della Sera, si sviluppa in un condominio sul lato dei numeri dispari all’inizio della già citata strada del capoluogo lombardo. Qui, al primo piano, ci sono l’appartamento del signor Guidi e gli uffici della sua unica attività commerciale, l’erboristeria “Quintessenza srl”, che in base all’ultimo bilancio depositato il 31 dicembre risulta essere in attivo di 273mila euro. Un attento imprenditore, si direbbe. Ed invece, nella vita dell’anziano ci sarebbe qualcosa di tremendamente oscuro.

Secondo l’impianto accusatorio della Dda di Torino, che ha coordinato le indagini della squadra Mobile di Novara guidata da Valeria Dulbecco, Guidi sarebbe stato il capo di una setta. Dall’attività investigativa, che la scorsa estate ha portato ad indagare 26 persone, sarebbe emerso che nella realtà quel gruppo sarebbe una setta clandestina che dal 1990 avrebbe circuito decine di bambine, ragazze e donne, provocando nelle vittime gravi problemi psichici oltre che una privazione delle loro libertà individuali. Delle vere e proprie schiave costrette a subire atti sessuali e non solo. Le donne, infatti, dovevano versare denaro all’organizzazione e cedere immobili alla stessa.

Sempre secondo l’accusa, su cui ha lavorato lo Sco, nella figura di Francesco Messina, direttore centrale Anticrimine della polizia, Guidi sarebbe stato ai vertici di una piramide di una ben strutturata rete di complici impegnati nella ricerca nell’ndividuazione e nell’”arruolamento” di schiave. L’attività investigativa è stata supportata anche da numerose perquisizioni: ben dodici avrebbero riguardato appartamenti in centro città, uffici di professionisti tra cui notai e commercialisti, una bottega di artigianato, altri centri di erboristeria e, non per ultima, una scuola di danza.

Il reclutamento sarebbe avvenuto in luoghi di aggregazione come proprio la scuola di danza. Gli aderenti alla setta individuavano le personalità più fragili e, poco alla volta, dopo aver conquistato la loro fiducia le intrappolavano in quella rete diabolica fatta di depravazione e sfruttamento economico.

Vi sarebbe anche altro. Secondo gli atti le prede venivano portate nella villa di Guidi, nel parco del Ticino, per completare il “percorso”. In questa struttura, lontano da occhi indiscreti, le vittime erano le protagoniste, loro malgrado, di rituali che prevedevano svestizioni dinanzi a Guidi e ai complici. Questi ultimi, infine, i quali approfittavano delle “schiave” per ore.

La prima a raccontare alla polizia cosa stava accadendo è stata una giovane nel 2018. La punta dell’iceberg. Sono dieci, al momento, le donne che avrebbero denunciato una situazione simile. Ma le indagini proseguono per far luce sul caso. Dal quadro esistenziale di Guidi non sarebbero emerse criticità come debiti, dipendenze e “frequentazioni”. Il profilo del “Dottore” è quello di un cittadino al di sopra di ogni sospetto ma che ora è stato additato mediaticamente assunto quasi come un mostro. Ma non tutti credono alla storia. Gli inquilini del palazzo del centro di Milano dove risiede l’anziano, appaiono piuttosto scettici. Ora sta agli inquirenti capire se il 76enne è, o lo è stato, davvero il capo di una setta.

il giornale.it

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