La fine comica dell’utopia pentastellata

Sono nati al grido di “Onestà! Onestà!” e ora rischiano di morire al grido di “Disonestà! Disonestà!”.

Il paradosso grillino sta diventando così allegramente tragico da far venire il sospetto che sia stato scritto da un comico (Grillo escluso). Perché ora a gridare “Onestà! Onestà” è il gran visir Davide Casaleggio e l’invito non è rivolto alla stramaledetta casta, ma ai suoi stessi parlamentari. La notizia: ieri Casaleggio junior ha annunciato di “aver ridotto i servizi e le attività di Rousseau per il prossimo trimestre”. In parole spicce: il guru spegne Rousseau, restano per ora solo i servizi di base ma, per intenderci, hanno pure disdetto l’affitto di una parte dell’ufficio. Il motivo è semplicissimo: gli eletti grillini non pagano il loro obolo mensile e le casse sono vuote. I Cinque Stelle non pagano il Movimento Cinque Stelle, come degli evasori qualunque. Così la democrazia diretta – senza soldi – va a farsi benedire. È la fine del sogno casaleggiano della disintermediazione, dei cittadini che dialogano e decidono insieme ai loro stessi eletti tramite il web. Un’utopia talmente sbilenca da non riuscire a funzionare nemmeno tra coloro i quali l’hanno inventata, figuriamoci cosa sarebbe successo se fossero riusciti ad esportarla ed elevarla a sistema. Ma è anche la fine del Movimento 5 Stelle per come lo abbiamo conosciuto sino ad oggi, è la caduta dell’ultimo alibi di diversità rispetto ai partiti tradizionali. Le parole di Casaleggio – uno che solitamente le sceglie con grande scrupolo – suonano come un accorato de profundis: “Continuiamo ad augurarci che nel rispetto di tutti gli eletti che, con coerenza, lealtà e onestà onorano gli impegni presi e anche verso tutti gli iscritti, chi ha la responsabilità di far rispettare le regole la eserciti con giustizia ed equità”. Coerenza, lealtà, onestà, giustizia, equità. Tutto quello che per anni hanno chiesto alla classe politica ora – che sono diventati classe politica – è tutto ciò di cui scarseggiano. Perché, come dice Casaleggio, se ci sono “gli eletti onesti e leali”, ci sono anche quelli disonesti e incoerenti. A partire dai vertici pentastellati. E il coma farmacologico, nel quale il guru ha indotto la sua creatura, dimostra inesorabilmente che i disonesti sono la maggioranza.

il giornale.it

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