Gregoretti piomba su Conte: in tribunale con quattro ministri

È durata due ore la permanenza del giudice per le indagini preliminari di Catania, Nunzio Sarpietro, all’interno della camera di consiglio in cui ha deciso l’istruttoria per il caso Gregoretti dopo la prima udienza preliminare.

Il dispositivo letto dal Gup ha accolto di fatto la linea difensiva di Matteo Salvini: infatti l’udienza è stata aggiornata al prossimo 20 novembre, data in cui dovranno essere sentiti anche altri membri dell’esecutivo di cui lo stesso Salvini era ministro. In particolare, il Gup del tribunale etneo ha deciso di voler sentire in aula anche il presidente del consiglio Giuseppe Conte, nonché l’attuale ministro degli Esteri Luigi Di Maio e l’allora ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. In aula sarà chiamata anche l’attuale titolare del Viminale, ossia Luciana Lamorgese.

Per il segretario della Lega è una prima vittoria in quanto la decisione del Gup sembrerebbe lasciar trasparire l’accoglimento della posizione di Salvini, ossia che la linea dura volta a non far sbarcare i migranti a bordo della Gregoretti non è stata frutto di una scelta personale ma di un confronto interno all’esecutivo di allora.

Era stata poi la stessa difesa di Matteo Salvini a chiedere un’audizione per il ministro Lamorgese. E tutto questo per confrontare il comportamento tenuto sugli sbarchi dal segretario leghista da quello avuto successivamente dal nuovo ministro dell’Interno: “Abbiamo chiesto di sentire il ministro dell’Interno Lamorgese perchè confermi che la procedura utilizzata da Salvini è la stessa di quella seguita oggi – ha confermato l’avvocato di Salvini, Giulia Bongiorno – Ma non abbiamo sollecitato di sentire anche Conte e Di Maio o altri membri del governo”.

Sul caso si è pronunciato nelle scorse ore anche lo stesso presidente del consiglio: “Sono assolutamente a disposizione e riferirò se la magistratura chiama. Ci mancherebbe – ha dichiarato Giuseppe Conte – Anche un responsabile politico deve subito rispondere delle circostanze di cui è a conoscenza, in piena trasparenza, come ho sempre fatto e come sempre farò”,

Al termine della fase dibattimentale, il Pm Andrea Bonomo aveva chiesto per Salvini l’archiviazione e il non luogo a procedere. Una decisione analoga a quella già presa dalla procura etnea lo scorso anno.

Si è chiuso quindi in questa maniera il lungo sabato contrassegnato dalla prima udienza sul caso Gregoretti. Una giornata iniziata presto per i principali protagonisti, con Salvini che ha incontrato a Catania intorno alle 9:00 gli altri leader del centro – destra, ossia Giorgia Meloni e Antonio Tajani. Un caffè preso tra i tre esponenti politici volto non solo a esprimere solidarietà al segretario del carroccio ma anche a contrassegnare unità politica tra i membri della coalizione formata da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia.

La dichiarazioni di Salvini

Prima dell’esito della prime udienza, Salvini aveva affidato ai social le sue principali dichiarazioni. Su Twitter l’ex ministro dell’Interno ha dichiarato di sentirsi sereno e di aspettare con calma la pronuncia del Gup. In mattinata, prima di recarsi in tribunale, il leader della Lega aveva fatto sapere di non essere affatto pentito delle azioni per le quali è imputato. Né lui e né altri hanno però rilasciato dichiarazioni dal vivo all’interno del tribunale, con l’udienza che si è poi svolta a porte chiuse.

Nelle ore immediatamente successive, l’ex ministro ha affidato nuovamente ai social il proprio pensiero: “Ero tranquillo – si legge su Twitter – E ora tornerò a casa più tranquillo”.

“Lasciatemi dire – ha quindi proseguito l’ex titolare del Viminale – che sono molto soddisfatto di aver sentito un giudice dire che non ho fatto da solo”. Tuttavia, lo stesso numero uno della Lega ha parlato di innocenza degli altri membri del governo che saranno chiamati in aula: “Le tre lettere chiave sono ‘p-o-ì. Prima ricollochiamo gli immigrati e poi c’è lo sbarco – ha infatti aggiunto Salvini – Io mi rifiuto di dire che Conte e Toninelli sono colpevoli anche loro, sono innocenti anche loro”.

Salvini ha anche lanciato una frecciata al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, dopo l’episodio accaduto al suo avvocato Giulia Bongiorno: “Voglio raccontare una nota a margine davvero surreale – ha dichiarato il segretario leghista – l’avvocato Bongiorno è entrata in Tribunale sulla sue gambe ed è uscita sulla sedia a rotelle perché in attesa che il giudice uscisse dalla camera di consiglio una lastra di marmo di 50 kg si è staccata dalla parete piombando sulla caviglia di Giulia Bongiorno, arrivata a metà tra la caviglia e il tendine. Ditemi voi se è normale”.

“Ovviamente la responsabilità non la do al Presidente del Tribunale – ha proseguito Salvini – chiedo al ministro Bonafede se è normale che in un tribunale si stacchino lastre di marmo sulle gambe degli avvocati presenti. Penso che si chiuderà un processo e se ne aprirà un altro”.

il giornale.it

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