Scuola, la nuova circolare: senza tampone non si torna a scuola

Senza un tampone negativo non si potrà rientrare a scuola. Questo vale non solo per studenti e insegnanti, ma per tutto il personale scolastico.

Lo chiarisce il ministero della Salute Roberto Speranza in una circolare (leggi qui il testo integrale) firmata dal direttore generale della prevenzione Giovanni Rezza e trasmessa a medici, Regioni, sindacati, società scientifiche. Insomma, dopo un periodo di assenza per “sospetta infezione da Sars-Cov-2” si dovrà presentare il certificato che attesta la negatività del tampone e, dunque, la guarigione.

Ma non tutti tamponi sono accettati. È richiesto quello “tradizionale”, eseguito in laboratorio, sui liquidi prelevati dal naso o dalla faringe, che permette di rintracciare la ricerca dell’Rna virale. Non sono ammessi, invece, i tamponi cosiddetti rapidi che però potrebbero essere introdotti nelle scuole a discrezione delle Regioni. Qusto perché i test rapidi, attestando la presenza di anticorpi, dicono solo se si è venuti o meno a contatto con il virus. E per accertare la positività sarebbe, comunque, necessario fare anche il tampone.

La nuova circolare del ministero aggiunge ulteriori precisazioni alle linee guida per la gestione dei casi Covid nelle scuole, incluse nel decreto della presidenza del Consiglio dei ministri (Dpcm) del 7 settembre. Infatti, i protocolli messi a punto dall’Istituto superiore di sanità avevano lasciato una serie di dubbi su come regolarsi nelle varie situazioni di sospetta positività. Due i nodi ancora da sciogliere. Come ottenere gli “attestati di guarigione” per tornare in classe dopo aver accusato sintomi assimilabili a quelli tipici del coronavirus. E quando è necessario richiedere un tampone. Nella circolare sono indicati i quattro scenari che dovrebbero indurre pediatri e medici di base a “richiedere tempestivamente il test diagnostico, comunicando la decisione al dipartimento di prevenzione della Asl o al servizio di riferimento” previsto dall’organizzazione regionale.

Scenario uno: temperatura corporea superiore a 37.5 o sintomatologia compatibile col Covid che si manifesta a scuola. Scenario due: gli stessi sintomi si manifestano a casa. La terza e quarta ipotesi riguardano le stesse situazioni per insegnanti e operatori. Se il tampone è positivo il medico prende in carico il paziente e dopo la conferma di avvenuta guarigione dà il via libera al rientro a scuola. L’attestato di guarigione si ottiene solo con l’esecuzione di due tamponi, entrambi con esito negativo, a distanza di 24 ore.

In caso di patologie non Covid con tampone negativo il malato resta a casa fino alla completa scomparsa dei sintomi. Poi, spetterà al medico di base la stesura dell’attesato di guarigione. Per evitare tempistiche di attesa dei risultati troppo lunghe, la circolare ha prescritto la priorità assoluta di operatori e alunni nell’esecuzione del test. Le cose cambiano quando uno studente o un operatore convivono con una persona positiva. In questo caso sona da considerarsi “contatti stretti”. E quindi devono fare una quarantena obbligatoria di 14 giorni. Mentre i compagni di classe saranno esentati, a meno che la Asl la presciva. Un chiarimento necessario per uniformare i comportamenti. “La circolare del ministero della Salute sulla gestione del Covid nelle scuole fa finalmente chiarezza su una materia complessa sulla quale non c’era uniformità di vedute”. Lo dice all’Agi il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli. “La circolare di ieri – spiega – uniforma le procedure sanitarie relative ai casi di malattia e chiarisce come devono essere fatte le certificazioni mediche da presentare alla scuola, sia nel caso che lo studente o il dipendente abbia avuto il Covid sia nel caso non lo abbia avuto. Ma la circolare non tranquillizza completamente il mondo della scuola. Secondo Giannelli perchè rimane aperto il problema delle assenze sulle quali la famiglia non fornisce la ragione medica. “In sostanza, la scuola non sa come comportarsi nei confronti di quegli alunni che si assentano e poi si ripresentano a scuola senza dire cosa è accaduto”. Su questo punto ancora nessuna precisazione da parte del ministero.

il giornale.it

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