Italia Viva è già morta?

Queste elezioni regionali sono state il primo vero banco di prova per Italia Viva. Il simbolo del partito di Matteo Renzi si presentava per la prima volta sulle schede elettorali, dal momento che in Emilia Romagna i renziani hanno sostenuto Stefano Bonaccini candidandosi all’interno della lista che portava il suo nome.

Quella che si è appena conclusa era una sfida importante per Italia Viva, un partito inaugurato un anno fa che ambiva ad arrivare alla doppia cifra e che, però, i sondaggi davano attorno al 4%. Renzi puntava tutto sulla Toscana per migliorare le sue prestazioni a livello nazionale, ma anche nella sua Regione dove sosteneva convintamente il candidato del centrosinistra Eugenio Giani, ha ottenuto un magrissimo 4,5%. Meglio è andata in Campania dove, grazie alla grande affermazione del governatore uscente Vincenzo De Luca, Italia Viva ha preso il 6,6%. Nelle Marche, infine, appoggiava il candidato del Pd Maurizio Mangialardi e si è fermata al 3,3%. La Toscana scarica Renzi e tentenna sul Partito DemocraticoPubblica sul tuo sito

Nelle altre tre Regioni, invece, i renziani hanno deciso di presentare dei loro candidati in contrapposizione a quelli schierati del centrosinistra che risultava essere troppo “populisti”. In Puglia, dove l’obiettivo dichiarato di Matteo Renzi e del suo alleato Carlo Calenda era quello di far perdere il presidente uscente Michele Emiliano, i renziani hanno candidato il sottosegretario agli Affari Esteri Ivan Scalfarotti che ha racimolato l’1,8% dei voti. Peggio è andata alla lista di Italia Viva che ha ottenuto solo l’1,1% dei voti dei pugliesi. In Liguria, Renzi non poteva accettare di sostenere l’alleanza giallorossa tra Pd e M5S che hanno schierato il giornalista del Fatto Quotidiano Ferruccio Sansa e, pertanto, ha appoggiato la corsa solitaria del professore universitario Aristide Massardo. Risultato? 2,4% per il candidato presidente e un misero 2,3% per la lista Massardo Presidente composta da esponenti di Psi, +Europa e Italia Viva. Nel Veneto del ‘doge’ Luca Zaia, infine, lo 0,6% ottenuto dalla deputata Daniela Sbrollini non avrebbe cambiato le sorti del centrosinistra. L’unica lista a suo sostegno, Italia Viva – Civica per il Veneto – Pri – Psi, ha preso la stessa percentuale di voti della candidata presidente che sosteneva (0,6%). Una scelta kamikaze, ma inevitabile dal momento che la candidatura del vicesindaco di Padova, Arturo Lorenzoni, era espressione di una sinistra non riformista.

Nonostante queste cifre da prefisso telefonico, il coordinatore nazionale di Italia Viva, Ettore Rosato, su Facebook ha commentato: “C’è una cosa importante che è successa oggi, un fatto che non troverà molto spazio nei titoli dei giornali ma che per un partito appena nato come lo è il nostro è davvero tanta roba. È successo che migliaia di persone hanno scelto #ItaliaViva”. E, poi, ha aggiunto: “Ma non è una percentuale che fa la differenza, non è aver alzato l’asticella di un numero che ci rende felici. Quello che davvero conta è che abbiamo ottenuto la fiducia di tanti italiani, una fiducia che dobbiamo ripagare mettendocela tutta, ancora di più, costruendo una comunità vera e strutturando la nostra Startup. Da oggi si diventa grandi, perché si sta in piedi e si cammina tutti insieme. La strada la faremo insieme”.

il giornale.it

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