Open Arms si fa aprire il porto: il piano dei tuffi ha funzionato

Come volevasi dimostrare: dopo i tuffi dalla nave delle scorse ore, adesso è ufficiale il via libera dato dalle autorità italiane alla nave dell’Ong spagnola Open Arms.

A bordo dell’imbarcazione erano rimasti 140 migranti, gli altri recuperati nel Mediterraneo all’inizio di questa settimana invece si erano lanciati in mare in prossimità del porto di Palermo.

Era successo ieri con 76 migranti gettatisi in acqua dalla nave battente bandiera spagnola, è accaduto di nuovo questa mattina con altre 48 persone lanciatesi in mare a pochi passi dallo scalo del capoluogo siciliano. Una volta fuori dalla nave con addosso i giubbotti di salvataggio, i migranti sono poi stati soccorsi dalla Guardia Costiera italiana che li ha tratti in salvo trasferendoli sul traghetto Allegra, a bordo del quale trascorreranno la quarantena.

Il risultato è stato che 148 migranti sono di fatto entrati in Italia ancor prima della Open Arms. L’equipaggio spagnolo nel frattempo, sottolineando i tutti delle persone a bordo, ha avuto modo di fare pressione mediatica e politica affinché venisse autorizzato l’ingresso della nave a Palermo. Quanto accaduto potrebbe essere il primo di una serie di casi del genere, dove per via delle azioni dei migranti lanciatisi in mare è possibile far sbarcare in modo più rapido le persone nel nostro Paese.

Tutto è iniziato dieci giorni fa, quando la Open Arms ha soccorso almeno 276 migranti nel Mediterraneo centrale. Si è trattato della prima missione dell’Ong spagnola dopo diversi mesi, a distanza di poco più di un anno di quella che poi nell’agosto 2019 ha portato all’indagine per la quale l’ex ministro Matteo Salvini andrà a processo.

Una volta diretta verso Malta, la nave spagnola ha ricevuto da La Valletta il divieto di ingresso all’interno delle proprie acque territoriali. Un comportamento quello maltese che è continuato per diverse ore nonostante il maltempo e i temporali che imperversavano in zona. La Open Arms si è cosi diretta verso la Sicilia e dieci migranti si sono tuffati non lontano da Porto Empedocle.

Si è trattato del primo sintomo della tensione a bordo denunciata da Open Arms sui social, che ha convinto le nostre autorità a dare via libera alla nave per avvicinarsi a Palermo rimanendo però in rada. Qui è andato in scena quanto prima descritto: in due occasioni 148 migranti si sono tuffati e sono stati soccorsi dalla Guardia Costiera.

A questo punto le pressioni per lo sbarco definitivo sono state sempre più marcate, con l’obiettivo dell’Ong spagnola raggiunto nelle ultime ore grazie al disco verde all’ingresso della nave a Palermo. Quest’ultima novità è stata annunciata dagli stessi membri di Open Arms su Twitter: “10 giorni dopo aver soccorso 276 persone in acque internazionali – si legge – e dopo aver raggiunto una situazione limite a bordo, l’Italia autorizza sbarco dei 140 naufraghi, che trascorreranno quarantena su nave Allegra”.

L’incognita in ottica futura è che quanto accaduto possa ripetersi in altri contesti e in altre simili occasioni: da ora in poi le Ong sanno che far gettare i migranti in mare velocizza l’ingresso in Italia delle persone soccorse nel Mediterraneo.

il giornale.it

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