Malta nega il porto a Open Arms, che ora preme sui confini italiani con 278 migranti

Solo pochi giorni fa, la nave Sea-Watch 4 dell’omonima Ong ha sbarcato in Italia quasi 400 migranti. Dopo il rifiuto di Malta, la nave aveva ottenuto dall’Italia il permesso di entrare all’interno delle nostre acque territoriali per dirigersi a Palermo, assegnato come porto sicuro.

Pochi giorni fa, a Pozzallo sono arrivati i migranti che da oltre un mese si trovavano a bordo della nave mercantile Etienne al largo di Malta. Era stato rifiutato loro l’ingresso da parte dello Stato dell’isola e così pochi giorni fa la Mare Jonio è andata in suo soccorso, facendosi carico dei 27 migranti. Ora è Open Arms a premere contro i confini italiani: a bordo ci sono quasi 280 persone che la nave, battente bandiera spagnola, ha soccorso in mare nei giorni scorsi.Quello che c’è da sapere sulla Ong Open Arms

Anche in questo caso, Malta ha rifiutato di fornire alla nave il porto sicuro e a dirlo è il fondatore di Open Arms, sempre molto attivo sui suoi profili social per informare sulle attività della sua nave in mare. “Malta nega formalmente e ripetutamente le evacuazioni mediche e il porto sicuro a Open Arms con 288 naufraghi a bordo, nonostante i soccorsi in corso nella sua zona SAR, in violazione delle convenzioni internazionali. Regolamento UE 656/2014: sbarco nel porto più vicino”, scrive Oscar Camps su Twitter, rettificando in un post successivo che in realtà i naufraghi non sono 288 ma 278. Il medico di Emergency a bordo di Open Arms ha dichiarato ieri di aver inoltrato la richiesta di evacuazione per motivi medici di 9 persone sia a Malta che all’Italia ma entrambi gli Stati avrebbero negato l’autorizzazione.

Ora Open Arms punta a un porto italiano. Nelle scorse ore, come segnalato dal suo gps, la nave ha navigato in prossimità delle acque territoriali italiane, avvicinandosi a circa mezzo miglio dal confine nei pressi delle coste dell’isola di Linosa. Dopo alcune virate e una navigazione ai limiti delle acque italiane, Open Arms con i motori al massimo della loro potenza sta puntando la Sicilia. Sta viaggiando ad elevata velocità in direzione della costa dell’isola madre nella speranza dell’assegnazione di uno dei suoi porti. Probabilmente già nelle prossime ore, se continuerà a navigare a questa velocità, sarà nuovamente al confine delle acque territoriali, ben sapendo che Malta non è disposta ad aprire i suoi porti alle navi delle Ong.

il giornale.it

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