Beffa sulle mascherine fantasma: l’azienda chiede i danni a Zingaretti

Si allontana la prospettiva di riportare nelle casse della regione gli undici milioni di euro che mancano all’appello per la mancata fornitura di mascherine da parte della Ecotech.

Si tratta di una parte dell’anticipo versato alla Srl di Frascati, in piena emergenza Covid, per acquistare sette milioni e mezzo di dispositivi di protezione individuale. Materiale che è arrivato a destinazione in ritardo e soltanto in parte.

Per questo la regione governata dal leader del Pd, Nicola Zingaretti, lo scorso aprile, ha deciso di rescindere il contratto e chiedere un decreto ingiuntivo. Nei mesi scorsi però la società ha deciso di portare il caso in tribunale dando inizio ad una battaglia legale con l’ente. La notizia è contenuta in un editoriale firmato dal direttore del TempoFranco Bechis, che racconta come ora l’azienda pretenderebbe di essere risarcita dalla Regione, che dovrebbe non solo onorare il contratto ma anche rispondere degli eventuali danni “subiti e subendi”.

I legali della Ecotech, ricostruisce Bechis, hanno chiesto ai giudici della sezione Prima quater del Tar del Lazio di esprimersi “sul merito delle loro ragioni”. Il risultato? La richiesta è stata accolta e l’udienza è stata fissata per la primavera del 2021. E in attesa del pronunciamento la Regione dovrà pagare anche metà delle spese legali. Nel frattempo vanno avanti le indagini della Procura capitolina e della Corte dei Conti, che puntano a valutare anche il comportamento degli amministratori che hanno deciso di affidare l’appalto da 35,8 milioni di euro alla società specializzata nella produzione di lampadine Led.

La Regione Lazio, che ha anticipato alla Ecotech circa 14 milioni di euro, resta parte lesa nella vicenda e punta a recuperare gli importi. Finora la società di Sergio Mondin ha restituito quasi tre milioni: 1,16 con una prima fornitura portata a termine e 1,7 con un bonifico a favore dell’ente pubblico. Il resto dei soldi dovranno ridarli indietro i fornitori della ditta. Due aziende straniere, la svizzera Exor e la britannica Giosar Ltd, che hanno incassato i fondi stanziati dalla Regione senza riuscire a perfezionare le forniture.

Le mascherine arrivate a destinazione finora, infatti, sono state soltanto 800mila. Altre 600mila Ffp2, per un valore di due milioni di euro, fino ad un paio di settimane fa erano rimaste ferme nei magazzini di Fiumicino e Malpensa perché la certificazione di qualità dell’Inail era arrivata soltanto quando il contratto era stato già rescisso per inadempienza. Per questo del carico in giacenza ora la Regione non vuole saperne nulla.

il giornale.it

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