Virus, più di 900 contagiati. La Capua: “Non sono malati”

La virologa Ilaria Capua, responsabile negli Usa dell’One Health Center of Excellence della University of Florida, sposa la tesi di molti altri esperti, come il professor Matteo Bassetti, secondo i quali si deve fare una netta distinzione tra contagiati e malati.

Capua: “I contagiati non sono malati”

Ospite di Timeline su Sky Tg24, la virologa ha spiegato di guardare “con attenzione a ciò che accade in Italia dove abbiamo ottenuto dei risultati molto importanti perché i ricoveri in terapia intensiva sono parecchio davvero molto sotto soglia”. Ha poi spiegato che l’aumento del numero di positivi degli ultimi giorni è dovuto al fatto che le persone non possono essere rinchiuse nelle loro abitazioni per sempre. Siamo in estate e ovviamente ci si sposta anche per le vacanze, è bene però tenere presente che si tratta di persone contagiate, non ammalate. “Se quei contagi fossero avvenuti non tra i ragazzi ma in altre fasce di età, tra anziani e persone con fragilità, avremmo le terapie intensive piene”. Ma questo fortunatamente non è avvenuto e le strutture ospedaliere non sono in emergenza.

Il virus resterà con noi a lungo

La Capua ha però tenuto a sottolineare che questo virus per il momento non andrà via e dovremo abituarci a passare con lui un lungo periodo. Diversi paesi hanno capito come gestire la situazione e stanno cercando di tenerla sotto controllo. La virologa ha aggiunto che “in altri Paesi come ad esempio negli Usa, in particolare in Florida la circolazione virale è molto più attiva. Io sinceramente sono abbastanza preoccupata per quello che succederà qui in Usa e guardo con molta attenzione a quello che accade in Europa. In Italia secondo me abbiamo ottenuto dei risultati molto importanti perché i ricoveri in terapia intensiva sono ancora sotto soglia, il virus circola in alcune popolazioni, le persone più fragili hanno capito che devono stare a casa e indossare la mascherina”.

Flessibilità di base

Secondo quanto da lei spiegato questa malattia non si sviluppa ovunque allo stesso modo. La Lombardia, Londra e New York sono tre casi diversi. Se togliessimo le grandi città dal conteggio totale dei casi, il coronavirus, da infezione simil-influenzale molto grave, verrebbe declassato a una normale forma influenzale. La parola d’ordine usata dalla Capua è flessibilità. Ovvero, dovremo agire in modo flessibile, proprio perché non vi è una ricetta uguale per tutti. Le città, gli spostamenti e i modi di aggregazione sono diversi. Si dovrà usare “buonsenso con flessibilità di base”.

E per quanto riguarda il vaccino antinfluenzale la virologa non ha dubbi: va assolutamente fatto. Solo in questo modo sarà possibile “fare una diagnosi differenziale su una persona con una forma respiratoria grave che, se immunizzata per l’influenza, allora potrebbe avere altro. Ma non solo: l’influenza provoca grandi stress all’organismo, lascia il segno nel corpo se presa ripetutamente”. L’esperta non esclude che il virus possa essersi attenuato ma ciò non vuol comunque dire che non possa essere pericoloso. Anche oggi i casi sono in aumento. Secondo i dati riportati dal ministero della Salute, sono 947 i nuovi contagi da coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore. Ieri i casi registrati erano stati 845. Sono nove i morti nelle ultime 24 ore in Italia, 35.427 le persone decedute da inizio emergenza.La notizia positiva è che sono 274 i dimessi e guariti nelle ultime 24 ore, portando così il totale a 204.960.

il giornale.it

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