Chiudere le discoteche pensando alle urne. L’unica emergenza è la sopravvivenza del governo

Roma, 17 ago – Giustizia è fatta, dicono lisciandosi le mani. La movida alimentata e prodotta dai disgraziati giovani è stata fatta finalmente fuori con un provvedimento ad hoc che impone la chiusura delle discoteche e l’utilizzo della mascherina dalle 18 alle 6 dove vi sia il rischio di assembramento, ossia dove la gente va a divertirsi durante il periodo estivo.

Ma quale emergenza?

Loro, i governanti, sono quelli giusti e responsabili; noi, il popolino uscente da tre mesi di arresti domiciliari, siamo invece i soliti bambini stupidi da bacchettare e da mettere in ginocchio sui ceci. Il tenore del provvedimento è questo, pesantemente punitivo, afflittivo, sconfortante, dopo aver prolungato lo stato di emergenza che concede poteri speciali al governo sebbene, ad oggi, una emergenza non vi sia.

Il potere, formale e sostanziale, di chiudere le discoteche e simili deriva da questa ormai diffusa concezione di potere assoluto nelle mani del presidente Conte e dei suoi ministri, i quali hanno ipotecato il nostro presente e futuro status di individui liberi per ottenere una condizione di sconfinato potere. L’emergenza (vera) nata mesi or sono è attualmente, se non terminata, quantomeno interrotta. Le terapie intensive sono vuote, sebbene il Comitato tecnico scientifico avesse predetto che con le riaperture del 4 maggio vi sarebbero stati 151mila ricoverati in rianimazione, i morti si contano sulle dita di una o due mani, evidenziando così la certezza che il coronavirus si è depotenziato, ma soprattutto l’aumento di contagi giornalieri è banalmente fisiologico e naturale. Le cose sono due: o il governa riteneva che le ferie estive non avrebbero prodotto un aumento dei contagi, e allora devono andare a casa perché hanno evidentemente sbagliato lavoro; oppure sapevano che i movimenti estivi legati alle ferie e dunque ai vari festeggiamenti avrebbero comportato un aumento dei contagi, e allora dobbiamo mandarli a casa per la malafede con cui questi signori governano.

Discoteche chiuse, porti aperti

Sono recenti gli inviti a trascorrere le nostre vacanze estive in Italia, e, naturalmente, dato che niente lo vietava, implicitamente a passare qualche notte in locali notturni ove per forza di cose le persone si incontrano per interagire e di certo non per salutarsi tramite il gomito. Inoltre possiamo andare all’estero e dall’estero possono venire qui in Italia, ed è ovvio che una fetta di turismo estivo si crei con l’unico fine di creare la famigerata movida. C’è poi la grottesca parentesi degli sbarchi di clandestini che il ministro Lamorgese asserisce di non saper controllare: sbarcano centinaia di immigrati positivi al coronavirus i quali poi fuggono dandosi alla macchia. Ma loro non fanno testo, loro sono giustificati dai nostri sceriffi arcobalenisti. In tutto ciò risulta scandaloso l’attuale aumento dei contagi? Solo Nostradamus lo avrebbe potuto prevedere? L’unica cosa logica che un governo dovrebbe fare è prendere coscienza che con questo virus è necessario imparare a convivere, adottando le misure sanitarie necessarie, ma certamente senza questa alternanza indecente che impedisce ai nostri imprenditori di sapere come vivranno domani.

La verità è che l’allarmismo perenne, da cui derivano i poteri speciali, serve a questo governo per vivere e sopravvivere, ed eventualmente anche per rinviare la data della fine della sua vita: le elezioni regionali che si terranno a breve e che vedranno la sinistra rimanere al governo di sole quattro regioni. Quali miglior modo di blindare la nuovissima alleanza Pd-M5s se non con un generale allarmismo che permette loro di indossare il costume del supereroe? La chiusura delle discoteche è solo uno dei tanti tasselli che dovranno condurre la coscienza collettiva all’ammasso.

Lorenzo Zuppini

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