“Ci servirà un porto in Italia”. La Sea Watch 4 avverte già Conte

Sembra che la Sea Watch 4 sia ormai pronta per lasciare gli ormeggi del porto di Buriana, in Spagna, per iniziare la sua opera di recupero dei migranti nel Mediterraneo.

La nave è stata acquistata con i fondi di un crowdfunding promosso dalla Chiesa evangelica in Germania e batte bandiera tedesca. Con ogni probabilità salperà già questo weekend e con i suoi 61 metri di lunghezza farà rotta verso il Mediterraneo meridionale.

“La traversata verso la Libia richiederà cinque giorni. Da lì, molti rifugiati cercano di attraversare il mare. Opereremo a circa 30 miglia al largo delle coste libiche”, ha affermato l’austriaco Jacob Frümann al sito svizzero-tedesco Katch.ch. Lui è parte dell’equipaggio nautico della nave e oltre ai normali compiti di gestione del ponte in navigazione, si occuperà anche dei migranti portati a bordo. Austriaco e su una nave che batte bandiera tedesca, Jacob Frümann ha le idee chiare su quale sarà l’obiettivo dei viaggi della Sea Watch 4 e le sue parole hanno già il retrogusto della sfida all’Italia: “Partiamo dal presupposto che prima o poi ci verrà assegnato un porto italiano. In teoria, potrebbe anche essere Malta, ma negli ultimi mesi il Paese ha resistito massicciamente”.Sea Watch, la capitana insiste: “Pronta a forzare il blocco”

Il giovane cooperante torna poi a puntare il dito contro il Paese che secondo lui prima o poi concederà sicuramente un porto e accusa l’Italia per la vicenda della Sea Watch 3, la nave al cui comando c’era Carola Rackete, che forzò il blocco navale dell’Italia e speronò in porto la motovedetta della Guardia di Finanza. “Il Sea-Watch 3 è stato arrestato dalle autorità sulla base di perfide accuse dopo essere stato in grado di entrare nel porto con relativa facilità. Le autorità continuano a proporre nuove strategie per bloccarci”, ha affermato Frümann.

Nella sua lunga intervista, il giovane attacca anche la guardia costiera libica, da lui definita “un’associazione di diverse milizie dalla composizione poco chiara, che è comunque cofinanziata dall’Unione Europea”. Proprio l’Unione Europea, in un momento di profonda emergenza economica e sanitaria, secondo lui dovrebbe “creare vie di fuga sicure”. Il motivo lo spiega successivamente: “È impossibile che coloro che non sono della classe superiore vengano legalmente in Europa. Questo dovrebbe cambiare”.

Secondo Frümann, poi, l’Europa dovrebbe depenalizzare il salvataggio civile in mare e l’Unione Europea dovrebbe addirittura avviare i suoi protocolli di recupero dei migranti. L’Italia, quindi, è avvisata: nelle prossime settimane la Sea Watch 4 farà rotta verso le nostre coste con il suo carico di migranti e la pretesa di sbarco.

il giornale.it

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