Mattarella omaggia 4 terroristi slavi. Protesta dei patrioti italiani: “Umiliazione inaccettabile”

Roma, 13 lug – Mano nella mano, in silenzio. Così stamani il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e l’omologo sloveno Borut Pahor, si sono avvicinati e poi fermati sul ciglio della foiba di Basovizza. Davanti alla corona di fiori deposta dai corazzieri in memoria di migliaia di italiani barbaramente uccisi dai partigiani titini, i due capi di Stato sono rimasti in silenzio continuando a tenersi per mano. Un gesto storico, di per sé chiaramente lodevole e altamente simbolico. Oltretutto Pahor è il primo presidente di una delle nazioni sorte dalle macerie dell’ex Jugoslavia a commemorare i martiri italiani delle Foibe. Tutto bene dunque? Non proprio.

L’omaggio ai 4 terroristi antifascisti

Perché oggi a Basovizza i due presidenti hanno compiuto un analogo gesto anche di fronte al cippo che ricorda quattro terroristi slavi antifascisti che furono condannati a morte perché autori di diversi attentati. Il 10 febbraio 1930, ad esempio, questi terroristi fecero esplodere una bomba nella sede de Il Popolo di Trieste, il principale quotidiano italiano della Venezia Giulia. In quell’occasione, all’età di soli 26 anni, rimase ucciso Guido Neri, uno dei dipendenti del giornale. Gravemente feriti altri tre italiani: Giuseppe Missori, Dante Apollonio e Marcello Bolla. Fu soltanto il primo di una serie di attacchi terroristici. Il 1 marzo vennero infatti date alle fiamme le scuole di Sgonico, sempre Trieste. E il 25 marzo fu la volta di quelle di Cattinara, ma in quel caso la miccia fortunatamente si spense.

Su questo giornale abbiamo ricostruito in un apposito pezzo la storia di questi attentati, facendo presente che l’eventuale omaggio di Mattarella a 4 terroristi jugoslavi sarebbe stato del tutto vergognoso. Ecco, oggi quell’omaggio c’è stato. Contro questo gesto inaccettabile e contro la cessione alla comunità slovena dello storico Balkan, palazzo che oggi ospita la “Scuola per Interpreti e Traduttori” di Trieste, sono scesi in piazza diversi movimenti patriottici. Un presidio organizzato da Trieste Pro Patria, Fondazione Rustia Traine e Associazione Dalmati italiani nel Mondo, a cui ha aderito anche CasaPound.

La protesta dei patrioti italiani

“Gli eventi del 13 luglio – si legge nella nota di Cpi – sono un ulteriore schiaffo in faccia e un’umiliazione per la nostra storia e il nostro Paese, che noi tutti italiani non siamo più disposti ad accettare”. Perché “può sembrare che finalmente ci sia l’occasione di poter fare un passo in avanti verso la creazione di una memoria storica comune, grazie alla visita del Presidente sloveno ad un simbolo come la Foiba di Basovizza, e dunque al riconoscimento degli eventi che essa rappresenta: genocidio di migliaia di italiani; pulizia etnica; esodo di intere famiglie da Istria e Dalmazia, costrette ad abbondare terre e beni ancora mai restituite e sulle quali, puntualmente, si tace”.

Ma “nonostante questo – scrive CasaPound – ecco che clamorosamente riusciamo a farci umiliare con la cessione dell’attuale sede di Scuola Interpreti, eccellenza triestina e italiana, e l’omaggio a 4 terroristi fucilati per la loro attività e i loro attentati anti-italiani, per i quali persero la vita dei civili”. “Gli eventi, inoltre – si legge ancora nella nota del movimento – sono di fatto preclusi al pubblico, per evitare le forti contestazioni a cui entrambi i presidenti sarebbero sottoposti. Non abbiamo intenzione di tornare sui singoli fatti storici, di cui ampiamente abbiamo già parlato e chiarito la nostra posizione”. Ma “sarebbe meglio che la Storia e il tema della reciprocità siano conosciuti e imparati da chi partecipa agli eventi, per evitare ulteriori magre figure e sottomissioni della nostra Nazione”.

Alessandro Della Guglia

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