Restituzioni 5s, anche i big non versano. E c’è chi resta moroso per farsi cacciare

Quasi ventiquattro ore dopo la scadenza dell’ultimatum per le restituzioni, i parlamentari grillini nuotano a fatica nel caos del taglio degli stipendi. E sul portale Tirendiconto.it, creato dal M5s per esigenze di trasparenza, ci sono ancora troppi spazi vuoti. Mentre scriviamo sono soltanto 75 sui 296 totali i deputati e i senatori che hanno dato quanto dovuto e rendicontato le spese fino al mese di aprile, così come chiedevano i vertici del partito e del gruppo parlamentare in una mail inviata nella tarda serata del 21 maggio, indicando come data limite il 30 giugno. Ed era stata stabilita un’altra deadline per il 6 giugno per i versamenti fino a dicembre 2019. Negli ultimi giorni, complici i problemi per i numeri della maggioranza al Senato, era girata voce di una proroga dei termini per consentire ai parlamentari di dare i soldi senza incorrere in sanzioni ed espulsioni che in questo momento potrebbero mettere a dura prova la già pericolante tenuta del governo guidato da Giuseppe Conte.

La fatidica mail con il rinvio della scadenza per rendicontare, però, ancora non è arrivata. Anche se la proroga c’è già nei fatti, con gli eletti che si stanno affannando per inserire gli scontrini e fare i versamenti sul conto intestato al capo politico Vito Crimi e ai due capigruppo di Camera e Senato Davide Crippa e Gianluca Perilli. Dal M5s minimizzano. Fonti parlamentari spiegano che si tratta di «ritardi burocratici» dovuti al fatto che «tanti non caricano mese per mese, ma lo fanno ogni quattro o sei mesi». Un parlamentare se la prende con Tirendiconto.it, «lo dobbiamo cambiare ‘sto sito». Ma c’è anche chi ha ben poca voglia di tagliarsi lo stipendio. E tira fuori problemi di privacy: «Io sto rendicontando tutto, ma non ho intenzione di metterli sul sito perché non voglio cedere al M5s le mie informazioni personali e non voglio violare la privacy dei miei consulenti o semplicemente dei titolari di alberghi e ristoranti dove sono stato», riflette un grillino.

Intanto la home page del portale piange. Ci sono persino alcuni big che non hanno pubblicato i versamenti del 2020. Paola Taverna è ferma a dicembre. Il capo politico Vito Crimi ha inserito tutti i bonifici solo nel pomeriggio di ieri, ma fino alla mattinata era bloccato a dicembre. Al momento il sottosegretario Riccardo Fraccaro è fermo alla fine dell’anno scorso. Con lui il presidente della commissione Antimafia Nicola Morra e il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora si è fermato a gennaio. L’ex capo politico Luigi Di Maio deve recuperare solo il mese di aprile. Non manca chi cerca il casus belli per farsi espellere. Tra questi le sospettate principali sono le senatrici Tiziana Drago e Marinella Pacifico. Entrambe date in approdo verso la Lega. Drago non versa da dicembre. Pacifico è ferma a maggio, ma del 2019.

E si susseguono le indiscrezioni su un probabile annullamento della kermesse Italia 5 Stelle, che si è svolta ogni anno tra settembre e ottobre a partire dal 2014. Tra i motivi del forfait le norme per il contenimento del Covid e la concomitanza con gli Stati generali, che dovrebbero essere convocati proprio in autunno.

il giornale.it

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