L’arcivescovo di Canterbury si inchina ai distruttori di statue: Gesù non era bianco…


Ha fatto parecchio rumore, e non poteva essere altrimenti, l’appello dello scrittore statunitense Shaun King ad abbattere le statue di Gesù perché raffigurato come un bianco. Un delirio in appoggio al movimento Black Lives Matter che sta infiammando anche la Gran Bretagna dopo gli Usa. L’iconoclastia contro la storia dell’Occidente si unisce dunque alla rivisitazione dei simboli cristiani. E il movimento dei vandali anti-statue trova un interlocutore prestigioso in Justin Welby, arcivescovo di Canterbury.

Cosa ha detto l’arcivescovo di Canterbury

“Ho la fortuna di guidare la comunione anglicana e ho visitato 165 paesi – ha detto Welby alla Bbc secondo quanto riporta Askanews –  Quando vai nelle chiese di questi paesi non vedi un Gesù bianco. Vedi un Gesù nero, un Gesù cinese, un Gesù del Medio Oriente – che naturalmente è il più accurato – vedi un Gesù delle isole Fiji… Vedi Gesù ritratto in tanti modi quanti sono le culture, le lingue, le comprensioni”.

“Non penso si debba buttare via tutto quello che viene dal passato ma ciò ricorda l’universalità del Dio divenuto pienamente umano”, ha detto ancora il primate della Chiesa anglicana.

Rivedere le statue a Canterbury e Westminster

Interpellato sul tema della statue abbattute negli Stati Uniti e in diverse altre parti del mondo, un dibattito che ha toccato anche figure del passato delle Chiese cristiane, l’arcivescovo Welby ha detto che è possibile che alcune vadano riviste anche nella cattedrale di Canterbury o l’abbazia di Westminster: “Quando cammini nella cattedrale di Canterbury, ci sono monumenti ovunque, o all’abbazia di Westminster, e noi le stiamo guardando e alcune dovranno scendere”.

Una presa di posizione che lascia interdetti: anziché difendere la tradizione della Chiesa d’Inghilterra l’arcivescovo preferisce metterla in discussione. Suscitando il commento ironico dello scrittore  Giulio Meotti:  “I barbari più pericolosi non sono quelli che demoliscono i monumenti della nostra storia e cultura. Sono quelli che dovrebbero custodirli. Odiano cosí tanto la propria civiltà che lasceranno che non rimanga niente in piedi”.

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