Coronavirus “basta catastrofismi”. Manifesto di Alberto Zangrillo e dieci scienziati: “La crisi è superata”

I malati di Covid-19 sono diminuiti, crollati i ricoveri in ospedale. Basta catastrofismi, lo hanno messo nero su bianco 10 scienziati italiani: Matteo Bassetti, Arnaldo Caruso, Massimo Clementi, Luciano Gattinoni, Donato Greco, Luca Lorini, Giorgio Palù, Giuseppe Remuzzi, Roberto Rigoli, Alberto Zangrillo. Un manifesto degli ottimisti contenuto nel documento “Sars-CoV-2 in Italia oggi e Covid-19” dove si sottolinea l’impennata dei casi cosiddetti “debolmente positivi”.


«Evidenze cliniche non equivoche – affermano i ‘big 10’ – da tempo segnalano una marcata riduzione dei casi di Covid-19 con sintomatologia. Il ricorso all’ospedalizzazione per sintomi ascrivibili all’infezione virale è un fenomeno ormai raro e relativo a pazienti asintomatici o paucisintomatici. Le evidenze virologiche, in totale parallelismo, hanno mostrato un costante incremento di casi con bassa o molto bassa carica virale. Sono in corso studi utili a spiegarne la ragione. Al momento la comunità scientifica internazionale si sta interrogando sulla reale capacità di questi soggetti, paucisintomatici e asintomatici, di trasmettere l’infezione». 

Quanto ai numeri secondo  il “Rapporto Osservasalute”, giunto alla sua XVII edizione dell’emergenza sanitaria Covid-19 colpiscono anche le differenze regionali del tasso di letalità, che in Lombardia raggiunge il 18%, in Veneto un massimo del 10%. Emilia-Romagna, Marche e Liguria sono le altre Regioni con la letalità più elevata, tra il 14-16%. Non è chiara la spiegazione di questo dato, verosimilmente si è verificata una sottostima del numero di contagiati (il denominatore del rapporto con il quale si misura la letalità).  Tante differenze tra le Regioni: il Veneto ha la quota più bassa di ospedalizzati e quella più alta di soggetti positivi posti in isolamento domiciliare. All’inizio della pandemia questa Regione aveva in isolamento domiciliare circa il 70% dei contagiati, nell’ultimo periodo oltre il 90%. 

Atteggiamento diverso della Lombardia e del Piemonte che hanno percentuali di ospedalizzazione tra il 50% e il 60% all’inizio della pandemia, per poi crescere e oscillare tra il 70% e l’80% nella prima metà di marzo, quando nelle altre Regioni diminuisce. Infine, scendono sotto il 20% a partire dalla fine di aprile, primi di maggio. Toscana e Marche hanno approcci simili: entrambe ospedalizzano oltre il 60% dei contagiati fino ai primi di marzo, scendono sensibilmente a meno del 30% alla fine di marzo e sotto il 20% dalla seconda metà di aprile.

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