Nigeriano arrestato a Pistoia: nel confessionale della chiesa di don Biancalani il nascondiglio per lo spaccio

Roma, 23 giu – La crisi post coronavirus morde, ma non per tutti. È tornato a far parlare di sé il parroco tra i più famosi d’Italia, don Massimo Biancalani, per via del suo strampalato progetto di accoglienza di immigrati perlopiù clandestini. Nella prima mattinata di sabato scorso è stato difatti arrestato il ventisettenne nigeriano Frank Oj, residente in un’altra zona della città di Pistoia ma domiciliato di fatto nella chiesa di Vicofaro di don Biancalani. Attorno le 8:30, una volante della polizia ha scorto in una viuzza due persone note per essere eroinomani, e poco dopo, proveniente dalla medesima via, il ragazzo nigeriano a bordo della sua bicicletta. Dal portafogli di Frank Oj spuntava una chiave che ha indotto i poliziotti a cercare l’eventuale droga nel manubrio della mountain bike, nel quale per l’appunto erano nascoste tre dosi di eroina per un peso complessivo di circa mezzo grammo.

Il nascondiglio per lo spaccio? Nel confessionale 

Dopo aver saputo essere uno degli ospiti di don Biancalani a Vicofaro, i poliziotti hanno contattato il parroco, il quale ha riconosciuto la chiave in possesso del nigeriano come la chiave mancante da uno dei confessionali della chiesa che era, difatti, inspiegabilmente chiuso. Lì dentro sono stati trovati altri pezzetti di plastica identici a quelli contenenti l’eroina nascosta nella bicicletta, un cellulare provento di un furto, un tablet ricevuto in cambio di droga da un cliente abituale e altri due telefoni cellulari probabilmente utilizzati per tenere contatti o con i clienti o con chi lo riforniva della droga da spacciare. È stato anche perquisito il materasso dove dormiva il ragazzo, posto, come annunciato mesi fa da don Biancalani, dentro la chiesa trasformata in un bivacco per immigrati irregolari.

Permesso di soggiorno scaduto

Il nigeriano in questione, difatti, aveva il permesso di soggiorno scaduto da marzo scorso, data dalla quale egli decise saggiamente di trasferirsi nella parrocchia di Vicofaro dove si narra ormai da anni che chiunque possa entrare, uscire, intrattenendosi come meglio ritiene. Non è difatti il primo caso di arresto per spaccio avvenuto tra gli ospiti di don Massimo Biancalani. La cui chiesa è vuota di fedeli ma colma di immigrati.
Dopo questo evento, però, l’attenzione degli osservatori dovrebbe spostarsi dal caso singolo al sistema grazie al quale personaggi indecenti come il nigeriano di cui sopra riescono a proliferare portando avanti la propria attività criminale. Oltretutto solitamente dietro c’è una rete di spaccio che si cela dietro il singolo caso di uno spacciatore arrestato, il quale è solo la punta di un immenso iceberg.

Organizzazioni criminali

Le cronache, anche le più nere come quelle riguardanti i massacri di Pamela e Desirée, narrano della micidiale mafia nigeriana che, giunta qui tramite barcone ed esportando soldati targandoli come profughi, si è insinuata in tutte le arterie geografiche d’Italia addirittura soppiantando le precedenti organizzazioni criminali che organizzavano spaccio e prostituzione. È un vero e proprio esercito criminale in grado di fronteggiare uno Stato, il quale, sulla base della propria sovranità, dovrebbe impedire che si creino delle bolle di illegalità nelle quali lo spaccio trova terreno fertile. Quali persone sono dietro personaggi come il nigeriano arrestato sabato scorso? Quali organizzazioni criminali scelgono gli immigrati cui affidare parte dello spaccio cittadino? E perché Frank Oj, privo di regolare permesso di soggiorno, decise di trasferirsi nella chiesa di Vicofaro?
A queste domande non si può rispondere con i soliti banali slogan immigrazionisti tipo: “Refugees welcome”.

Lorenzo Zuppini

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