Tra 7 giorni “sparisce” il cash: cosa cambia con carte e Fisco

Addio amato cash. La riduzione al tetto al contante è uno dei cavalli di battaglia di questo governo.

Dal primo di luglio la soglia scende a 2mila euro (1.999.99 euro). E, dallo stesso giorno, si dà il via al credito d’imposta per le commissioni addebitate per l’utilizzo del Pos. È un modo per agevolare i pagamenti elettronici. In sostanza, i costi sostenuti da professionisti e dalle imprese sulle transazioni effettuate mediante l’accettazione di carte di credito, debito ed altri pagamenti elettronici tracciabili si trasformerà in un bonus fiscale pari al 30% di quanto addebitato per spese bancarie.

Quanto previsto rappresenta un incentivo all’utilizzo della moneta elettronica. E va in favore di una modernizzazione dei rapporti commerciali. Ma la misura prevista del 30% di credito d’imposta da sola non basterà. Serviranno altre azioni per rendere il meccanismo più vantaggioso per tutti. A partire dalla riduzione degli oneri bancari, con relative tasse alla cassa.

Per ottenere il credito dovrà essere inviata una comunicazione all’Agenzia delle entrate in cui andranno essere evidenziati il numero delle operazioni effettuate nel periodo di riferimento e gli importi delle commissioni e dei costi fissi periodici addebitati dagli operatori finanziari che mettono a disposizione il Pos. Una procedura tutt’altro che semplice quella prevista dalla stessa Agenzia. La comunicazione dovrà essere effettuata, infatti, entro il 20 del mese successivo. Ed il credito, maturato con cadenza mensile, potrà essere utilizzato a decorrere dal mese che segue. Quindi successivamente all’invio delle comunicazioni.

Questa disposizione si applica ai contribuenti che nell’anno precedente (quindi il 2019) abbiano realizzato ricavi o compensi fino a 400mila euro. Il credito sarà utilizzabile, come scrive il Corriere della Sera, esclusivamente in compensazione, a decorrere dal mese successivo a quello di sostenimento delle spese così come evidenziate dai soggetti gestori dei Pos. Il credito dovrà essere indicato nella dichiarazione dei redditi del periodo di maturazione e nelle dichiarazioni successive per gli importi residui non ancora utilizzati in compensazione. Tale bonus non concorre alla formazione del reddito ai fini delle imposte sui redditi e dell’Irap.

Non mancano le sanzioni. Dal primo luglio la mancata accettazione del pagamento elettronico potrà comportare l’applicazione di una multa per un valore fisso pari a 30 euro con l’aggiunta del 4% del valore della transazione rifiutata. Una sanzione, però, che non è automatica, ma che si applicherà a seguito di una denuncia del consumatore (al quale è stato negato il pagamento con la carta) e successivo accertamento da parte della guardia di finanza con la remissione di tutti gli atti al prefetto competente.

Dal primo di luglio la soglia scende a 2mila euro (1.999.99 euro). E, dallo stesso giorno, si dà il via al credito d’imposta per le commissioni addebitate per l’utilizzo del Pos. È un modo per agevolare i pagamenti elettronici. In sostanza, i costi sostenuti da professionisti e dalle imprese sulle transazioni effettuate mediante l’accettazione di carte di credito, debito ed altri pagamenti elettronici tracciabili si trasformerà in un bonus fiscale pari al 30% di quanto addebitato per spese bancarie.

Quanto previsto rappresenta un incentivo all’utilizzo della moneta elettronica. E va in favore di una modernizzazione dei rapporti commerciali. Ma la misura prevista del 30% di credito d’imposta da sola non basterà. Serviranno altre azioni per rendere il meccanismo più vantaggioso per tutti. A partire dalla riduzione degli oneri bancari, con relative tasse alla cassa.

Per ottenere il credito dovrà essere inviata una comunicazione all’Agenzia delle entrate in cui andranno essere evidenziati il numero delle operazioni effettuate nel periodo di riferimento e gli importi delle commissioni e dei costi fissi periodici addebitati dagli operatori finanziari che mettono a disposizione il Pos. Una procedura tutt’altro che semplice quella prevista dalla stessa Agenzia. La comunicazione dovrà essere effettuata, infatti, entro il 20 del mese successivo. Ed il credito, maturato con cadenza mensile, potrà essere utilizzato a decorrere dal mese che segue. Quindi successivamente all’invio delle comunicazioni.

Questa disposizione si applica ai contribuenti che nell’anno precedente (quindi il 2019) abbiano realizzato ricavi o compensi fino a 400mila euro. Il credito sarà utilizzabile, come scrive il Corriere della Sera, esclusivamente in compensazione, a decorrere dal mese successivo a quello di sostenimento delle spese così come evidenziate dai soggetti gestori dei Pos. Il credito dovrà essere indicato nella dichiarazione dei redditi del periodo di maturazione e nelle dichiarazioni successive per gli importi residui non ancora utilizzati in compensazione. Tale bonus non concorre alla formazione del reddito ai fini delle imposte sui redditi e dell’Irap.

Non mancano le sanzioni. Dal primo luglio la mancata accettazione del pagamento elettronico potrà comportare l’applicazione di una multa per un valore fisso pari a 30 euro con l’aggiunta del 4% del valore della transazione rifiutata. Una sanzione, però, che non è automatica, ma che si applicherà a seguito di una denuncia del consumatore (al quale è stato negato il pagamento con la carta) e successivo accertamento da parte della guardia di finanza con la remissione di tutti gli atti al prefetto competente.

il giornale.it

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