Fabio Fazio fa la vittima: “Superato ogni limite. Se la Rai non mi vuole, lo dica”

Fabio Fazio non ci sta. L’approvazione della norma sul blocco dei conduttori-produttori e sulla riduzione dei compensi la vede come un fatto personale contro la sua figura professionale.

Nei corridoi di Viale Mazzini e sulla stampa viene anche definita come “norma anti-Fazio” e proprio per questo il conduttore ha deciso di parlare e di difendersi, per dire la sua su un trattamento che considera ingeneroso e scorretto. Dalle colonne del Fatto Quotidiano, Fabio Fazio sbotta contro la Rai e contro chi, in questi anni, gli avrebbe remato contro.

“Trovo ogni limite superato. Qui entriamo nel campo dell’inaccettabile: da tempo mi viene riservato un trattamento che non ha eguali né precedenti. Adesso basta”, ha sbottato Fazio in avvio di intervista, raccontando che quella che lui considera una guerra contro di lui è iniziata tre anni fa. “Ero già serenamente avviato altrove e la Rai mi chiese di restare. Mi scappò che la politica non doveva più entrare nella tv, da allora iniziò la guerra”, si lamenta il conduttore di Che tempo che fa, che non usa mezze parole: “Uno stillicidio continuo, un linciaggio senza eguali né giustificazioni”.

Nella sua intervista fiume, Fabio Fazio entra nello specifico dei costi di produzione della sua creatura televisiva: “Su Rai1 abbiamo coperto dalle 20.30 a mezzanotte per un costo a puntata di 300mila euro per la mia società, più 100mila euro di costi generali Rai. Di solito in quella fascia va una fiction di due ore, a una media di 750mila euro l’ora”. Il suo arrivo sulla prima rete Rai avrebbe fatto non solo risparmiare importanti budget alla Rai ma anche crescere gli ascolti, al contrario di quanto dichiarato qualche tempo fa da Michele Anzaldi: “Rai1 faceva in media il 15,19%: con me il 16,3% il primo anno e il 15,49% il secondo”. Nella stagione 2018/2019 accusa di aver ricevuto ben 123 attacchi da parte dell’ex ministro dell’Interno (all’epoca Matteo Salvini) senza che mai la Rai si schierasse in sua difesa. “Dopo due anni il trasloco a Rai2. Coincidenza? No, mai avuto il numero del direttore di Rai1”, si lamenta Fabio Fazio.

Il conduttore si sente vittima del sistema, si difende dall’accusa di percepire 12milioni di euro all’anno per 4 anni, come pare sia stato detto sul suo conto e rivendica il fatto che la sua produzione costi meno di qualunque altro varietà di rete, oltre che le scelte editoriali fatte nel programma. “Sono scelte editoriali per me legittime, la ‘norma anti-Fazio’ no. E non basta: hanno chiesto a tutti di ridursi il compenso, e ho accettato. Solo io però. Sono stufo di dovermi difendere per il mio lavoro”, attacca Fazio, che non concepisce la regola che d’ora in poi vieta ai conduttori di produrre i propri programmi. Questo, secondo il conduttore, può rappresentare un ostacolo alla buona realizzazione del suo prodotto per la troppa burocrazia della Rai e secondo lui l’astio percepito nei suoi confronti ha una radice precisa: “Forse non sono vissuto come un professionista della tv ma come un avversario politico”.

L’ingerenza della politica secondo Fazio è un problema per la Rai: “La salvezza non può arrivare da chi la gestisce. Adesso basta. Non accetto più certe situazioni. Quando ho intervistato Macron non hanno mandato in onda gli spot, né mi hanno rimborsato il viaggio, e ho avuto un servizio del Tg2 contro. Voglio essere trattato da professionista che lavora in Rai”. Quasi un aut-aut quello di Fazio, che svela di avere dei progetti per la prossima stagione, che però attualmente è in bilico: “Non è scontato il prolungamento del contratto oltre la scadenza del ’21”. Sembra in corso un corto circuito dalle parti di Viale Mazzini, con Fabio Fazio che dichiara di non avere da tempo un confronto con la Rai per il suo programma. “Se lo ritengono utile posso continuare, l’importante è non diventare un campo di battaglia né un palo di esibizione”, ha sbottato il conduttore in relazione al suo futuro, anche se la norma che lo riguarda così da vicino è già passata: “Voglio sperare che non valga per i contratti in essere, a fine anno vedremo”. Anche il suo passaggio a Rai3, dato per scontato, non sembra così certo: “Torno a Rai3 se c’è un progetto, se no resto a Rai2”.

il giornale.it

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