Conte promette altre 4 settimane di Cig. Ma i soldi non arrivano

Siamo alla follia. Il governo e, nello specifico, l’Inps non hanno ancora finito di pagare la vecchia cassa integrazione, a distanza di mesi, che Giuseppe Conte, dalla “sua” villa Pamphili, l’ancia la grande idea: nuovo Dl per ulteriori 4 settimane di Cig.

Peccato che i soldi sono un miraggio. Solo pochi giorni fa il presidente Istituto di previdenza, Pasquale Tridico, quello che la sparò grossa sostenendo che molte aziende non riaprivano dal lockdwn per pigrizia e opportunismo (ignorando la grave crisi economica che assale gli imprenditori) aveva annunciato: “Entro venerdì 12 saldiamo tutto”. Così non è stato.

Stando alle ultime stime mancano all’appello ancora quasi la metà dei pagamenti autorizzati: circa 200mila persone ancora aspettano l’assegno. I problemi sono avvenuti dove è previsto il pagamento diretto da parte dell’Inps (senza anticipo del datore di lavoro) e con le Regioni per quanto riguarda la cassa in deroga. Un altro nodo ha riguardato le richieste di cassa integrazione con Iban errato, per le quali l’Inps ha poi deciso di semplificare la procedura.

Dall’opposizione Maurizio Gasparri va all’attacco: “Tridico è un bugiardo. Ha ingannato gli italiani e si deve dimettere. Aveva detto che entro venerdì tutti gli aventi diritto alla cassa integrazione sarebbero stati pagati. Ha mentito. Ho le tabelle ufficiali Inps dalle quali risulta che per la cassa integrazione in deroga gli aventi diritto sono 2.228.000, mentre le persone che riceveranno il pagamento sono 1.850.000. Per la cassa integrazione ordinaria: aventi diritto 1.840.000, con 1.565.000 pagati. La differenza, numeri ufficiali alla mano, è superiore a un milione di persone”.

Tutto questo marasma non intacca l’aplomb del premier giallorosso. “Vogliamo riformare le misure di protezioni sociali e la cassa integrazione perché il meccanismo è farraginoso”, afferma ottimista. Ignorando la bruttissima figura commessa dal suo esecutivo. “Questa sera portiamo in Cdm un decreto che consentirà alle imprese che hanno già accumulato 14 settimane di cassa integrazione di poter anticipare ulteriori 4 settimane”.

Poi continua: “Non abbandoniamo per strada i lavoratori, non consentiremo licenziamenti”. La conferenza stampa al termine dell’incontro con i sindacati nella cornice onirica degli Stati generali è un motivo per commentare i dati economici disastrosi della nostra economia. Il presidente del Consiglio però dribbla i problemi. Ricorda che per gli ammortizzatori sociali sono stati stanziati 25 miliardi di euro. “Si tratta di una politica molto onerosa dal punto di vista finanziario, ma in Italia non vogliamo la disoccupazione”. Però, prosegue, “è necessario riformare questi strumenti, sia gli ammortizzatori sociali che la cassa integrazione. Entrambi, infatti, si sono rivelati farraginosi”.

Dopo le ultime polemiche con gli industriali, in particolare con Confindustria, Conte ribadisce che “gli Stati generali non sono una passerella. Noi abbiamo lavorato tanto. Ma ben venga anche il piano di Confidustria. Se ha lavorato, ha raccolto l’invito del governo nel modo più giusto, è una competizione virtuosa per il futuro del paese”. Fa sapere di aver iniziato a discutere il cosiddetto piano Colao che è un’ottima base per poter elaborare il rilancio. La seconda giornata degli Stati generali sull’economia, intanto, si avvicina al termine e il premier parla con fiducia. “Abbiamo incontrato anche i sindacati ed è stato un incontro intenso. Ora incontreremo i rappresentanti degli enti locali”, aggiunge, ricordando di aver toccato molti temi a cominciare da lavoro ed occupazione.

Conte esclude la patrimoniale. Altra nota dolente che affanna il governo. “Non sono previste nuove tasse per sostenere l’economia. Nel nostro orizzonte futuro, per il 2020-2021 non è prevista una patrimoniale”. In quest’ottica di rilancio dell’Italia e dell’economia sostenendo imprese, famiglie e lavoratori, il premier fa sapere che imprenditori e partite Iva avranno sessanta giorni di tempo, senza clic day, per chiedere fino a 40mila euro di ristoro a fondo perduto, commisurati alle perdite subite.

Rispetto al capitolo Europa, Conte spiega, rispondendo alle domande dei giornalisti, che non c’è necessità, al momento, per attivare il Mes. “Ma è necessario confrontarsi continuamente con l’Unione europea. Semmai dovremo fare delle valutazioni sull’uso del fondo salva Stati – chiarisce – lo faremo con il Parlamento. Ma non ci sono altre novità”, conclude.

il giornale.it

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