La riforma costituzionale di Putin è uno schiaffo ai globalisti

Mosca, 14 giu – Il 1 luglio si terrà in Russia il referendum popolare confermativo della riforma costituzionale approvata a marzo dal parlamento su proposta del Presidente Vladimir Putin. Il testo è composto da numerosi articoli ed agli elettori sarà chiesto di esprimere un giudizio complessivo sull’intero pacchetto di emendamenti alla Costituzione.

La riforma costituzionale di Putin

Riportiamo una sintesi delle principali e più significative modifiche che compongono la riforma:

  • Affermazione della preminenza del diritto nazionale rispetto a quello internazionale. Principio già presente parzialmente nell’attuale Costituzione che però viene riaffermato con forza per evitare qualsiasi possibile interferenza da parte di organismi internazionali come il Tribunale Internazionale dell’Aia e la Corte Europea dei Diritti Umani, troppo spesso orientati da motivazioni politiche e ideologiche nella loro “ricerca di giustizia”;
  • Innalzamento dell’obbligo di residenza sul territorio della Federazione Russa da 10 a 25 anni per chi vuole ricoprire la carica di Presidente e divieto di cittadinanza o residenza straniera per premier, ministri, deputati, senatori, presidenti di soggetti federali e giudici. Il Presidente non potrà aver avuto cittadinanza straniera o residenza all’estero nemmeno nel tempo precedente alla sua nomina. Queste regole servono ad evitare il possibile ingresso in politica di qualche oligarca filo-occidentale, i quali godono tutti della doppia cittadinanza, che, forte di appoggi e finanziamenti esteri, volesse provare a promuovere una sorta di “rivoluzione colorata” in salsa russa;
  • Divieto di qualsiasi negoziazione futura che vada a danneggiare l’integrità territoriale della nazione. Non saranno quindi consentite trattative su Crimea e Isole Curili, rivendicate rispettivamente da Ucraina e Giappone. Inoltre la Federazione Russia viene riconosciuta come successore legale dell’Unione Sovietica nel suo territorio, formula questa che legittima l’influenza russa su territori contesi come Ossezia, Abkhazia e Donbass;
  • Riferimento alla fede spirituale in Dio come fondamento della nazione: “La Federazione Russa, unita da una storia millenaria, preservando la memoria degli antenati che ci hanno trasmesso ideali e fede in Dio”. Tale novità ha ottenuto l’entusiastico sostegno non solamente della Chiesa Ortodossa ma anche di tutte le altre confessioni religiose.
  • Esplicita definizione del matrimonio come unione tra un uomo e una donna, senza possibilità quindi di alcuna rivendicazione futura a riguardo da parte delle lobby omosessualiste. La tutela del matrimonio ​​è sotto la giurisdizione diretta dello Stato che si occuperà anche di “educare i bambini al patriottismo, alla cittadinanza e al rispetto per gli anziani” e di assicurarne “lo sviluppo spirituale, morale, intellettuale e fisico”;
  • Riconoscimento del russo come lingua ufficiale e dei russi etnici come gruppo “costituente dello Stato”;
  • Introduzione di misure sociali a sostegno delle fasce più deboli della popolazione, come l’aumento periodico delle pensioni in base alla crescita dell’inflazione e la garanzia di un salario minimo in linea con il costo medio della vita;
  • Riconoscimento costituzionale del Consiglio di Stato, organo con funzione consultiva introdotto da Putin nel 2000, e rafforzamento dei poteri parlamentari, con il passaggio dal Presidente alla Duma del diritto di nomina di premier, vice-premier e ministri e la possibilità di licenziare i giudici qualora si macchino di comportamenti disonorevoli;
  • Irrigidimento del limite dei due mandati presidenziali, attualmente in vigore solamente per mandati consecutivi che invece viene fissato a due mandati tout court. Il calcolo viene azzerato con la riforma costituzionale, quindi Putin se volesse potrebbe concorrere per ulteriori due mandati come Presidente.

Una nuova Costituzione “conservatrice”

Sovranità ed identità nazionale, Stato sociale, famiglia e fede. Non si tratta di uno sconvolgimento della Costituzione russa del 1993 ma di una sua attualizzazione in senso conservatore ed in forte contrasto con l’ideologia globalista dominante in Occidente. D’altronde Putin era stato chiaro nei mesi scorsi, alla Russia serve stabilità ed il Paese “ha esaurito la sua parte quanto a rivoluzioni”.

In base ai sondaggi l’esito del referendum appare scontato, con la maggioranza dei cittadini che vede con favore le maggiori tutele sociali, l’idea di una Russia ancora più forte a livello internazionale ed il rafforzamento dei valori spirituali. Contrarie invece le opposizioni liberali filo-occidentali ed il Partito Comunista.

Lorenzo Berti

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