Zona rossa, così parlò il ministro Boccia il 4 marzo: in caso di emergenza comanda lo Stato (video)


“La nostra Costituzione non prevede una clausola di supremazia, in qualunque circostanza, e non sancisce la preminenza dello Stato sulle Regioni. Ma il complesso delle norme vigenti ci consente di dire con chiarezza che in caso di emergenza nazionale, decide lo Stato, comanda lo Stato”. Parlava così Francesco Boccia, alla Camera, il 4 marzo. Il ministro per gli Affari regionali stava parlando dell’emergenza coronavirus e chiariva che le decisioni spettano allo Stato e non alle Regioni.

“È evidente che nel caso di Covid19, trattandosi di una epidemia a carattere transnazionale – sottolineava ancora Boccia – il livello adeguato di misure di contrasto non può che essere quello statale. Anche nelle materie concorrenti, lo Stato può avocare a sé la funzione legislativa”. Dunque anche in tema di tutela della salute.

Parole che dovrebbero fugare ogni dubbio, anche nei più accaniti critici di Regione Lombardia, sulle responsabilità della mancata zona rossa a Nembro e Alzano, in Val Seriana. E’ vero che in altre regioni sono stati i governatori a promuovere zone rosse, ma si trattava di blindature limitate a piccoli Comuni. Nel caso della Lombardia, la regione più colpita, c’erano di mezzo importanti attività produttive e c’era il pressing degli industriali per salvaguardare la macchina della produzione. Non c’era da chiudere un piccolo paese, insomma. Logico che dalla Lombardia si attendesse il via libera del governo. Sul cui ruolo preminente in caso di emergenza nazionale volle insistere proprio il ministro Boccia. E si faccia attenzione alla data: il 4 marzo. Sono proprio quelli i giorni in cui l’Istituto superiore di Sanità suggerisce con forza la creazione di una zona rossa a Nembro e Alzano. Le parole di Boccia non lasciano dubbi su chi avesse, secondo il governo, la responsabilità di prendere la decisione finale.

qui il link per il video di Boccia

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