Di Battista: «Non voglio picconare Conte. Sono grillino, non stupido». Poi l’avvertimento al Pd

«È falso che io voglia far cadere Conte. Sono grillino, non stupido». Alessandro Di Battista il più riottoso tra i grillini ammette: «Non è un segreto che io non volessi il governo con il Pd», ma non per questo è pronto a farlo cadere. Intervistato dal Fatto Quotidiano esclude di volere ruoli per sé e si mette dalla parte di Giuseppe Conte, chiedendo però chiarezza e fermezza su alcuni punti: in primis la revoca di Autostrade e il no al Ponte sullo Stretto. «Se il premier porterà avanti idee come l’ecobonus e la legge sul conflitto d’interessi avrà il mio sostegno». Ma qualora dovesse invece portare avanti idee «come il Ponte sullo Stretto di Messina e non essere duro come aveva detto di voler essere sulla revoca della concessione ad Autostrade. Dirò pubblicamente che sono in disaccordo con lui».

Peso maggiore per il M5S

L’ex parlamentare pentastellato chiede un peso maggiore per M5S, perché «il Pd ha il ministro dell’Economia, quello agli Affari Ue e il commissario agli Affari economici, M5S non ha nessuno». E assicura: «Non voglio picconare l’esecutivo – spiega – In questa fase è necessario un esecutivo politico: la cosa peggiore che ci possa capitare sarebbe un esecutivo tecnico o di unità nazionale».

Di Battista e la stoccata al Pd

Poi la stoccata. Dibba infatti non può fare a meno di lanciare un chiaro avvertimento: «Io voglio aumentare il potere contrattuale del Movimento nel governo perché ritengo che quello attuale non sia proporzionato al 33 per cento preso alle politiche del 2018». Con questo – tiene a precisare – non significa che lui voglia diventare capo politico, tutt’altro. «Il mio interesse è un altro, sono disposto a dare una mano a determinate condizioni che riguardano idee e atteggiamento». Alla domanda se voglia prendere la guida del Movimento, Di Battista ribadisce: «Non sono interessato a poltrone». E sul tema del superamento del vincolo del secondo mandato, replica: «È meglio chiederlo a chi è in scadenza con il secondo mandato. Non devo parlarne io, che ne ho fatto solo uno».

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