Vittorio Feltri, Palamara, Salvini e Open Arms: “Mattarella tace, restiamo in ansiosa attesa”

Pubblichiamo l’editoriale di Vittorio Feltri scritto alla vigilai del voto in Giunta per l’Immunità del Senato sul caso Open Arms che ha vinto respinta la richiesta di processo contro l’ex ministro degli Interni Matteo Salvini.

Il brutto giorno è arrivato, oggi si tratta di “processare” Matteo Salvini, accusato di aver – giustamente – bloccato una nave piena di clandestini intenzionati a sbarcare in Italia arbitrariamente. Questa è la realtà, che non va interpretata maliziosamente bensì compresa nella sua essenza. Sappiamo cosa è successo. L’allora ministro dell’Interno si oppose all’attraccaggio per un semplice motivo: evitare che gli emigranti scambiassero l’Italia per un parcheggio abusivo da occupare gratuitamente.

Cosa c’è di errato in tale ragionamento? Nulla. Eppure la sinistra nostrana, pur di sbarazzarsi del capo della Lega, minaccioso concorrente politico, ha girato il bambino nella culla, trasformando l’atto più legittimo del mondo in un reato grave da punirsi sul piano giudiziario. E poiché in Parlamento essa dispone della maggioranza, ne ha approfittato in passato per votare a favore di una iniziativa giudiziaria contro Matteo. Si dice: articolo quinto chi l’ha in mano l’ha vinto. Purtroppo è così. I progressisti spalleggiati dai grillini morivano e muoiono dalla voglia di incastrare definitivamente Salvini, che rubava loro la scena e non soltanto quella. Cosicché lo manderanno alla sbarra fottendosene del fatto inequivocabile che egli non avesse commesso alcun abuso. Il quale pertanto dovrà affrontare un giudizio. Si dà però il caso che recentemente due magistrati importanti, parlando tra loro, abbiano dichiarato: “Benché l’ex ministro abbia ragione occorre comunque dargli addosso”. Siamo al di là del bene e del male. Due autorevoli esponenti della magistratura ammettono che Salvini è lindo, ma conviene ad ogni modo infliggergli una lezione. Questo dimostra a quale livello etico siamo scaduti. Non importa se uno abbia sbagliato o no, va condannato e basta. Perché? Così ce lo leviamo dalle palle visto che il suo partito cresce troppo. Adesso tuttavia l’inganno è venuto a galla e sarà arduo per i giudici massacrare un imputato che due loro colleghi di vertice hanno confidenzialmente affermato di non essere punibile. Ci auguriamo che nessuno abbia il coraggio di colpire uno che Caino non è. Pertanto oso prevedere che Salvini sarà assolto e che la sinistra rimedierà così la solita figuraccia. Mi domando solo per quale cagione Sergio Mattarella, presidente del CSM, non fiati davanti a questa vicenda assurda e neppure a proposito delle intercettazioni registrate durante conversazioni non limpide tra toghe e giornalisti compiacenti. Uno scandalo nello scandalo meriterebbe almeno due parole del capo dello Stato. Restiamo in ansiosa attesa.

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