Non c’è crisi per gli ex compagni di Di Maio. L’amico Carmine raddoppia già lo stipendio

Da Pomigliano d’Arco ai vertici di Leonardo Finmeccanica, grazie a quel liceo frequentato insieme a Luigino Di Maio negli anni Duemila.

Chissà adesso come ringrazia i genitori per averlo iscritto proprio lì, Carmine America, uno degli ultimi miracolati del premiato poltronificio Cinque Stelle. Proprio oggi l’assemblea degli azionisti di Leonardo confermerà la nomina dei tre candidati proposti dal ministero dell’Economia per il nuovo cda. I primi due sono il riconfermato amministratore delegato Alessandro Profumo e il generale Luciano Carta, ex Aise, neo presidente del colosso aerospaziale controllato dal Tesoro. E il terzo è appunto lui, Carmine America, ex compagno di scuola di Di Maio che già lo aveva premiato con una consulenza al ministero dello Sviluppo economico e poi, dal settembre scorso, al ministero degli Esteri in qualità di «Esperto di questioni internazionali, sicurezza e difesa». Come consigliere di amministrazione di Leonardo incasserà come compenso fisso 80mila euro, ma – calcola Gianni Dragoni nel suo blog Poteri Deboli -, a questi vanno poi aggiunti i «gettoni», cioè compensi ad hoc, per i consigli di amministrazione a cui presenzierà, e che faranno lievitare la remunerazione verso i 100mila euro annui. Non male per un 35enne, con alle spalle poche esperienze al di là di quelle ministeriali ottenute grazie all’amicizia con Di Maio, catapultato nel giro di pochi mesi ai posti di comando dell’industria strategica nazionale.

E non solo. L’incarico di America alla Farnesina scade – si legge nel documento del ministero – con il «termine del mandato governativo». Significa quindi che finché il ministro degli Esteri sarà Di Maio, anche l’ex compagno di liceo resterà lì. E per suggerire al ministro fondamentali strategie internazionali, Carmine America prende dallo Stato 80mila euro lordi all’anno. Che quindi vanno sommati al compenso che riceverà da Leonardo, arrivando quindi a 160mila euro (minimo, senza i gettoni di presenza, con quelli siamo a 180mila euro). Significa che nel giro di un anno il Di Maio boy ha raddoppiato lo stipendio. Non male, mentre la maggioranza degli italiani tira la cinghia o dà fondo ai risparmi per andare avanti. C’è poi un altro interrogativo, quello dei rimborsi viaggio che spettano a tutti i consiglieri e che potrebbe far salire ulteriormente il costo aziendale dell’amico di Di Maio. Costi irrisori per un colosso da 14 miliardi di euro di fatturato, certo. Ma per un partito come il M5s che è campato sulla denuncia di privilegi e sprechi pubblici, ritrovarsi nei panni del lottizzatore di poltrone pubbliche è un bel paradosso. Ma neppure sul conflitto di interessi di Carmine America il M5s ha fiatato. Il suo suocero ha infatti una ditta, la ArTer srl di Castello di Cisterna nel napoletano (ovviamente), che è fornitrice proprio di Leonardo, di cui ora America è consigliere. Ci sono conflitti di interesse che minano l’eleggibilità del neoconsigliere. Macché, nessuno, è scritto nero su bianco. Dove? Nell’autocertificazione firmata dallo stesso Carmine America. Uno vale uno, un amico di Di Maio anche due.

il giornale.it

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