Israele, ambasciatore cinese trovato morto nella sua residenza

Du Wei, ambasciatore cinese in Israele, è stato trovato morto questa mattina nella sua residenza situata nella città costiera di Herzliya, in un sobborgo di Tel Aviv.

La conferma è arrivata direttamente dal ministero degli Esteri israeliano. Secondo quanto riferito da The Times of Israel, la polizia si trova attualmente sul posto per capire le cause del decesso.

Indagini in corso
L’ambasciatore aveva 57 anni ed era arrivato in Israele lo scorso febbraio. Era sposato e aveva un figlio; in precedenza aveva prestato servizio come ambasciatore cinese in Ucraina. Nei giorni scorsi il signor Du aveva paragonato la resilienza della Cina nell’affrontare la pandemia di Covid-19 a quella del popolo israeliano.

Non si conoscono le cause della morte di Du Wei. Non sappiamo se l’uomo sia deceduto in seguito a un problema di salute o se l’intera vicenda sia da ricollegare a un suidicio o, peggio, a un omicidio. A quanto riferiscono i media, nell’appartamento del diplomatico a Herzliya non sono stati trovati segni di violenza. Le autorità israeliane ritengono quindi che Wei sia stato colpito da un attacco cardiaco, anche se l’ambasciata cinese ha affermato di non poter ancora confermare i rapporti degli investigatori.

La morte dell’ambasciatore coincide con giornata decisiva per Israele, visto che nel pomeriggio è previsto il giuramento del nuovo governo di emergenza nazionale guidato da Benjamin Netanyahu e Benny Gantz.

Chi era Du Wei
Il signor Du Wei era nato nell’ottobre 1962 nella provincia di Shandong. Nella sua carriera accademica vanta un master in leggi. Nei primi anni ’90 inizia la sua avventura professionale. Dal 1989 al 1990 si fa le ossa presso il ministero degli Affari Esteri cinese. In seguito diventa un addetto del Dipartimento dell’Unione Societica e degli Affari dell’Europa Orientale, quindi terzo segretario del Dipartimento Affari Europeo-Centroasiatici.

A netà degli anni ’90 scala posizioni su posizioni presso l’ambasciata della Repubblica popolare cinese in Estonia. Dal 1997 al 2003 è attivo nel Dipartimento degli affari dell’Europa centroasiatica. Dal 2003 al 2007 è assistente del segretario generale presso la Segreteria dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai.

A seguire, fino al 2011, ricopre la carica di consigliere nel Dipartimento per gli affari dell’Europa centro-asiatica. Nei due anni successivi è vicedirettore generale e direttore divisione per il Dipartimento di pianificazione delle politiche. Dal 2013 al 2016 è vicedirettore generale del Dipartimento pianificazione politica.

Arriviamo agli ultimi anni. Dal 2016 al 2019 è ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica popolare cinese in Ucraina. Dal febbraio 2020 era stato trasferito in Israele per ricoprire i medesimi ruoli.

Il quadro geopolitico
In attesa che le indagini facciano il loro corso, vale la pena concentrarci su alcuni particolari. Pochi giorni fa Mike Pompeo è volato in Israele per una visita lampo. Il segretario di Stato Usa ha incontrato Netanyahu e Gantz in vista dell’insediamento del nuovo governo israeliano, e ha approfittato dell’occasione anche per rinsaldare i legami tra Washington e Tel Aviv.

Negli ultimi mesi, infatti, il governo israeliano aveva stretto delicati accordi commerciali con compagnie cinesi, anche in settori delicati come quello tecnologico. Gli Stati Uniti, temendo di perdere il loro migliore alleato in Medio Oriente, avevano fatto capire a Israele di non cedere ai corteggiamenti di Pechino, che, dal canto suo, puntava (e punta) a creare una partnership tecnologica con gli israeliani.

Tornando alla trasferta di Pompeo, il segretario Usa aveva attaccato duramente la Cina, criticando la gestione da parte di Pechino della panademia di Covid-19. Pronta la replica dell’ambsciata cinese in Israele, che ha prontamente condannato ”i commenti assurdi” di Pompeo , e negato che la Cina avesse mai tentato di coprire l’epidemia.

il giornale.it

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